Nella puntata di DiMartedì andata in onda martedì sera, si è consumato un acceso confronto tra Alessandro Di Battista, ex deputato del Movimento 5 Stelle e attivista per i diritti umani, e Italo Bocchino, giornalista ed ex politico. Il tema centrale del dibattito è stato il conflitto in Medio Oriente e, in particolare, il ruolo di Israele nelle tensioni con i palestinesi, un argomento che ha subito infiammato la discussione.
Alessandro Di Battista ha espresso dure critiche verso le politiche di Israele, accusandolo di “terrorismo di Stato” per i massacri compiuti contro la popolazione civile palestinese e libanese. Ha citato una serie di episodi storici, denunciando come negli ultimi anni Israele abbia bombardato Gaza, causando la morte di decine di migliaia di civili, tra cui moltissimi bambini. Di Battista ha inoltre menzionato le ripetute invasioni del Libano da parte delle forze israeliane, sottolineando la sofferenza dei rifugiati palestinesi nei campi profughi che lui stesso ha visitato.
Durante il dibattito, Di Battista ha cercato di anticipare le critiche, affermando chiaramente la sua condanna per gli attacchi terroristici di Hamas, pur evidenziando come spesso venga ignorata la responsabilità di Israele nelle violazioni dei diritti umani. Ha sottolineato che non ci sarà mai pace in Medio Oriente finché Israele continuerà a occupare territori non suoi, in violazione del diritto internazionale.
A questo punto, Italo Bocchino è intervenuto provocatoriamente, accusando Di Battista di non considerare l’attacco recente di Hamas e di concentrarsi solo su Israele, che Bocchino ha descritto come “l’aggredito” nel conflitto. Bocchino ha definito folle il fatto che Di Battista critichi Israele mentre, secondo lui, dovrebbe difendere quella che ha chiamato “l’unica democrazia della regione”.
Le provocazioni di Bocchino non sono rimaste senza risposta. Di Battista ha replicato con decisione, ricordando a Bocchino le invasioni israeliane in Libano e accusandolo di ignoranza sui fatti storici. Ha sottolineato come, in assenza di validi argomenti, Bocchino sia ricorso all’accusa di sostegno al terrorismo, un’accusa che, secondo Di Battista, viene usata per zittire chiunque critichi le politiche israeliane. Il dibattito si è acceso ulteriormente, tanto che Giovanni Floris, conduttore del programma, è stato costretto a intervenire abbassando il volume del microfono di Bocchino per consentire a Di Battista di proseguire.
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Di Battista ha poi concluso la sua argomentazione ribadendo che Israele è uno “Stato terrorista”, aggiungendo che finché il mondo occidentale chiuderà gli occhi di fronte ai massacri di civili palestinesi, non ci sarà mai pace. Di fronte alle continue interruzioni di Bocchino, che difendeva Israele come l’unico baluardo democratico della regione, Di Battista ha dichiarato con amarezza che per Bocchino “i bambini palestinesi massacrati non contano”, una frase che ha suscitato ulteriore tensione in studio.
Questo scontro ha messo in luce due visioni completamente opposte: da un lato, la condanna feroce di Di Battista verso le azioni di Israele, che egli considera una violazione dei diritti umani e del diritto internazionale; dall’altro, la difesa intransigente di Bocchino, che considera Israele un baluardo di democrazia nel Medio Oriente. Il confronto ha dimostrato quanto la questione israelo-palestinese sia ancora oggi un argomento estremamente divisivo, capace di suscitare dibattiti intensi e senza compromessi.
La serata ha così evidenziato non solo l’importanza del tema, ma anche le profonde spaccature politiche e morali che esso continua a generare. Di Battista, con la sua critica serrata e documentata, ha cercato di dare voce alle sofferenze del popolo palestinese, mentre Bocchino ha insistito sulla difesa della sicurezza di Israele, accentuando la complessità e la difficoltà di trovare una soluzione a uno dei conflitti più lunghi e dolorosi della storia contemporanea.
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