L’ultimo vertice del Consiglio europeo si è rivelato un disastro politico per l’Italia, con Giorgia Meloni al centro delle critiche per il suo fallimento diplomatico. Il capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, Pasquale Tridico, ha duramente attaccato la premier definendo l’esito del vertice un “euroflop” che ha arrecato danni al nostro Paese.
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Secondo Tridico, l’Italia si è ritrovata isolata, seguendo l’esempio dell’Ungheria di Orban e allontanandosi dal resto dell’Europa. “Le giustificazioni della Meloni non stanno in piedi: anche nel 2019 il Movimento 5 Stelle, pur non facendo parte delle tre grandi famiglie politiche che avevano composto la cosiddetta ‘maggioranza Ursula’, era riuscito a influenzare la scelta del Presidente della Commissione e ad inserire punti qualificanti nel programma di governo. Grazie a noi sono arrivate la direttiva sul salario minimo e impegni precisi sulla transizione verde”, ha dichiarato Tridico.
Giorgia Meloni, invece, è uscita dal vertice “con nulla in mano”, secondo Tridico, sottolineando il fallimento politico che avrà conseguenze gravi per l’Italia. L’astensione su Von der Leyen, inoltre, è stata vista come un segno di ambiguità che danneggia gli interessi italiani, non rompendo con l’estrema destra ma allo stesso tempo non contrastando le nomine decise dalla maggioranza europea.
Le parole di Tridico sono state ecoate da quelle di un altro esponente del Movimento 5 Stelle, Scerra, che ha evidenziato come il pacchetto di nomine pattuito tra popolari, socialisti e liberali sia stato confermato e votato al Consiglio Europeo, lasciando l’Italia fuori dai giochi. “Von der Leyen alla Commissione, Costa Presidente del Consiglio Europeo, e Kallas Alto Rappresentante per gli Affari Esteri. Italia fuori dai giochi si astiene su Von der Leyen, e vota no su Costa e Kallas. Giorgia Meloni isolata. Non contiamo nulla”, ha commentato Scerra.
Le critiche del Movimento 5 Stelle evidenziano un momento difficile per l’Italia sullo scenario europeo, con la leadership di Meloni messa sotto accusa per non essere riuscita a difendere adeguatamente gli interessi del Paese.
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