La grande analisi di Travaglio che stupisce tutti [VIDEO]

Ospite a "èStoria", Marco Travaglio ha parlato del suo ultimo libro e della situazione a Gaza tra Israele e Palestina.

La presentazione del libro di Marco Travaglio a “eStoria” ha offerto un’opportunità per ripercorrere la complessa storia di Israele e dei palestinesi, condensando gli elementi essenziali in un’ora. Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha utilizzato questa occasione per fare un parallelo provocatorio sulla situazione attuale a Gaza. “Quello che sta avvenendo a Gaza è come se noi, per catturare Matteo Messina Denaro, avessimo raso al suolo la provincia di Trapani – ha dichiarato dal palco – anzi è peggio, perché mentre lui non si è mai mosso dalla provincia di Trapani, i capi di Hamas di certo non sono a Gaza”.

Secondo Travaglio, per comprendere la complessità del conflitto senza ridurla a semplici schieramenti, è essenziale studiare la storia. “È ovvio che se ci fermiamo all’istantanea degli ultimi sei mesi, con il massacro e i crimini di guerra di Netanyahu e del suo esercito ai danni della popolazione di Gaza, tutte le ragioni del mondo sembrano essere solo da una parte, ma le cose sono più complesse di come sembrano”.

Il filmato

Travaglio sottolinea che è difficile immaginare soluzioni a questo conflitto fino a quando non emergeranno figure capaci di “andare oltre se stessi”, simili a quelle che hanno contribuito a smantellare l’apartheid in Sudafrica.

Parlando delle proteste, Travaglio osserva: “È ovvio che ci siano proteste se pensiamo che a Gaza si contano 35 mila morti in sei mesi, su due milioni e mezzo di abitanti, quasi tutti civili e bambini. Per fare un paragone, basti pensare che in due anni e due mesi in Ucraina ci sono state 10.000 vittime civili su 40 milioni di abitanti, eppure a Netanyahu nessuno osa dire nulla e nei confronti di Israele non è scattata ancora nessuna delle sanzioni che hanno colpito i russi a poche ore dall’aggressione”.

Travaglio conclude affermando che la rabbia è comprensibile, ma invita a studiare la storia per capire come siamo arrivati a questo punto e come possiamo uscirne. “Bisogna andare oltre la rabbia e cercare di comprendere le radici profonde del conflitto, solo così potremo sperare in una soluzione duratura”.

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