La lettera di una ragazza di 20 anni a Giorgia Meloni: “Licenziata perché…”

Oggi Fanpage.it ha pubblicato la lettera di Ilenia Corvasce, una ragazza palermitana di vent’anni che ha raccontato la sua difficile esperienza lavorativa alla presidente del consiglio: la difficoltà a trovare un impiego stabile e pagato dignitosamente, il lavoro nero, le porte sbattute in faccia e infine il licenziamento: “Avevo solo chiesto di avere dei diritti, ma mi hanno umiliata. Ho pensato anche al suicidio”. Infine l’appello a Giorgia Meloni: “Noi giovani vogliamo lavorare ma non vogliamo essere schiavi di nessuno!”. Ecco la sua lettera per intero.

Sono una ragazza di 20 anni, vivo a Palermo. Sono diplomata in amministrazione, finanza e marketing già da un anno. Ho sempre amato studiare ma ho dovuto rinunciare all’università per problemi economici. Ho deciso di lavorare per essere indipendente. Come già ben si sa qui a Palermo se vuoi lavorare devi lavorare in nero. Lavoro in nero da quando ho 16 anni, faccio la donna delle pulizie facendomi pagare 8 euro all’ora, che ormai non sono neanche troppi. In questo arco di tempo ho conosciuto maniaci, famiglie benestanti, universitari…

Da quando mi sono diplomata ho cercato in tutti i modi possibili di trovare un altro lavoro, quello che mi valorizzava, quello per cui valeva la mia dignità, ho sempre voluto il meglio per non fare la fine dei miei genitori che mi hanno cresciuta in strada non facendomi mancare mai nulla. Ho fatto centinaia di colloqui in questi mi sono sentita dire: “La cerchiamo con esperienza”, “Non hai la patente”, “Sembri una bambina, non va bene per il negozio”. Per non parlare di tutte le altre candidature che non sono mai state prese in considerazione.

Quest’oggi sono stata licenziata perché ho chiesto e non preteso dei diritti sul lavoro, mi hanno umiliata per il lavoro che svolgo, al punto che ho pensato di pregarli per non licenziarmi per bisogno. Questa sera ho deciso di scrivervi per sfogarmi, chiedere alla Meloni cosa stia facendo per noi giovani. Noi giovani che continuiamo a illuderci per uno stipendio che possa garantire le nostre future famiglie, noi giovani che continuiamo a illuderci di poter realizzare i nostri sogni, ma i sogni con un contratto da stage per 6 mesi per poi mandarti a casa perché non servi più, come li realizziamo?

Ho pensato persino a suicidarmi perché comincia a pesarmi troppo la questione del “lavoro” mi sono stancata di soffrire, di illudermi di arrivare dove è proprio impossibile arrivare. Ho preso in considerazione l’idea di andare al nord ma ho un cane di taglia piccola che in casa non accetta nessuno. Cara Meloni, sono divisa a metà tra la voglia di vivere e la voglia di non voler più soffrire, ho rinunciato agli studi per essere indipendente, per non dipendere mai da un uomo. Spero che questo messaggio possa arrivare a lei, non parlo solo per conto mio perché sono sicura che la maggior parte dei giovani si trova nella mia stessa situazione. Noi giovani vogliamo lavorare ma non vogliamo essere schiavi di nessuno!” si legge.

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