Durante la puntata di Che tempo che fa, Luciana Littizzetto ha letto la sua consueta letterina, stavolta indirizzata ai partigiani.
“Abbiamo promosso politici che non riescono a dirsi antifascisti, che piuttosto che dire quella parola fanno tutto un giro di frasi. Che non capisco se abbiano bisogno del logopedista o di studiare la storia”. Nella tradizionale “letterina” a Che tempo che fa, sul Nove, Luciana Littizzetto si è rivolta ai partigiani e alle partigiane che hanno liberato l’Italia dal nazifascismo. Littizzetto ha invitato le persone a insegnare la storia ai giovani e ad andare a votare.
Il video del monologo
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Littizzetto ha indirizzato una lettera ai partigiani, lodando il loro coraggio e il loro contributo alla libertà e ai diritti dei cittadini. Tuttavia, ha poi attaccato il governo, sottolineando la sua incapacità di definirsi “antifascista” (di esempi ce ne sono a bizzeffe, da La Russa alla presidente del consiglio Meloni) nonostante giurino su una Costituzione di matrice antifascista. Ha ironizzato sulle loro difficoltà a pronunciare quella parola, suggerendo che forse dovrebbero consultare un logopedista o studiare meglio la storia.
La comica piemontese ha continuato la sua critica, scusandosi con i partigiani per non aver realizzato il paese che essi speravano, governato da individui che sembrano preferire un ritorno al passato piuttosto che celebrare la Liberazione. Ha condannato la tendenza a minimizzare i regimi dittatoriali e ha esortato sia il governo che i cittadini a non dare per scontata la democrazia e a essere sempre vigili e partecipi.
La critica di Littizzetto ha sollevato interrogativi e riflessioni sulla percezione dell’antifascismo e sulla commemorazione della Liberazione, mettendo in luce le opinioni contrastanti sul tema all’interno della società italiana.