La lezione dell’avvocato Li Gotti a Donzelli: lo scontro sul caso Almasri – IL VIDEO EPICO

La puntata di È sempre Cartabianca del 5 febbraio 2025, andata in onda su Rete 4, ha visto un duro scontro tra Luigi Li Gotti, avvocato ed ex politico, colui che ha denunciato il governo e fatto aprire indagine sul caso Almasri e il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. Il tema della discussione era ovviamente la scarcerazione e il rimpatrio di Osama Almasri, funzionario libico ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra.

Durante il dibattito, Li Gotti ha denunciato apertamente il governo Meloni per aver favorito il rientro di Almasri in Libia, sottraendolo così a indagini e processi internazionali. Il legale non ha usato mezzi termini, accusando l’esecutivo di “favoreggiamento personale” e puntando il dito direttamente contro la presidente del Consiglio.

La rabbia di Li Gotti: “Una menzogna vergognosa”

Il momento più acceso del dibattito è arrivato quando Li Gotti ha attaccato la premier Giorgia Meloni per le sue dichiarazioni pubbliche sul caso. La presidente del Consiglio aveva affermato che la decisione era stata presa dalla magistratura, ma secondo l’ex senatore si tratta di una mistificazione dei fatti.

“Se la presidente del Consiglio avesse invocato il segreto di Stato, attraverso la procedura prevista, non sarebbe successo nulla. Invece, ha fatto un video per dire che il governo non c’entrava nulla e che il generale è stato rimandato in Libia per decisione dei magistrati”, ha tuonato Li Gotti.

Il crescendo di tensione ha portato l’avvocato a perdere la pazienza, arrivando a sbattere i fogli sulle gambe con forza. “Questa è una menzogna vergognosa, il nostro presidente del Consiglio non deve prenderci in giro!”, ha esclamato, lasciando spiazzati gli altri ospiti in studio.

L’ira di Li Gotti ha messo in luce l’inconsistenza delle giustificazioni governative, portando l’attenzione su una gestione politica che, secondo lui, ha anteposto la convenienza diplomatica alla giustizia internazionale.

Il silenzio di Donzelli e la mancanza di risposte

Di fronte all’attacco frontale di Li Gotti, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha tentato di difendere l’operato del governo, sostenendo che la scarcerazione era inevitabile e che i rapporti internazionali imponevano determinate scelte. Tuttavia, le sue argomentazioni sono apparse deboli e pretestuose rispetto alla fermezza con cui Li Gotti ha incalzato il governo.

Mentre Li Gotti parlava con forza e passione, Donzelli è rimasto visibilmente in difficoltà, incapace di rispondere in modo convincente alle accuse precise dell’ex senatore. Il suo tentativo di spostare il discorso sui rapporti diplomatici con la Libia è apparso come una strategia per evitare di affrontare il nodo centrale della questione: il governo avrebbe potuto impedire il rimpatrio, ma non lo ha fatto.

Chi è Luigi Li Gotti: il legale che ha messo all’angolo il governo

Luigi Li Gotti non è solo un avvocato esperto, ma un personaggio di spicco nel panorama giuridico e politico italiano. Ha difeso pentiti storici come Tommaso Buscetta e Gaspare Mutolo, contribuendo a processi fondamentali contro la mafia. È stato anche sottosegretario alla Giustizia nel governo Prodi II, portando la sua esperienza giuridica nelle istituzioni.

Il suo intervento in televisione ha dimostrato una cosa chiara: quando si tratta di giustizia, non fa sconti a nessuno. E in questo caso, il governo Meloni è apparso sotto accusa senza una vera difesa convincente.

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Un caso politico ancora aperto

La vicenda Almasri potrebbe non finire qui. L’attacco di Li Gotti ha evidenziato le contraddizioni dell’esecutivo e aperto interrogativi su come l’Italia gestisca la cooperazione internazionale in materia di giustizia. L’episodio televisivo non è stato solo uno scontro acceso, ma una denuncia pubblica che potrebbe avere conseguenze politiche nei prossimi giorni.

Li Gotti ha lanciato un segnale forte: chi governa deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte. E questa volta, le risposte del governo non sono state all’altezza delle domande poste.
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