Nell’ultima puntata di ‘Non è l’Arena’ condotta da Massimo Giletti il presentatore ha dichiarato pubblicamente di aver ricevuto, di recente una lettera di minacce.
Giletti sembra non essere particolarmente preoccupato.
Nel corso della puntata ha dichiarato: “Voglio che si sappia: io ho ricevuto una lettera molto pesante questa settimana, ieri mi è arrivata, di minacce vere, io non ho paura”. Il conduttore poi ha aggiunto: “Lo dico a chi mi sta guardando, a chi me l’ha mandata. Non ho paura… Anche se si fanno dei nomi in questa lettera, quindi è gente che sa cosa faccio, non è una lettera così… Ma non ho paura, vado avanti, che sia chiaro, come vanno avanti i miei, ok?”.
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Subito dopo la scioccante dichiarazione il presentatore si è poi occupato della storia della maestra legata a Messina Denaro, la maestra Laura Bonafede, attualmente indagata. La maestra è la figlia del capomafia di Campobello di Mazara è presumibilmente legata a Messina Denaro.
Durante la puntata è stato mandato in onda un estratto contenente l’intervento del consigliere regionale in Sicilia, Ismaele La Vardera, che ha dichiarato di “voler chiarezza sulla questione in particolar modo sul comportamento assunto dalla preside della scuola in questione che non ha preso una posizione netta rispetto alla vicenda”.
La Vardera ha proseguito: “Io sono molto preoccupato rispetto a questa vicenda, perché ritengo che si debba capire cosa sta accadendo in quella scuola, perché una preside che su questo tema non prende posizione netta e inequivocabile è in qualche maniera preoccupante. Su questi temi non si può essere ambigui e purtroppo in questa storia c’è stata tanta ambiguità”.
Massimo Giletti già lo scorso gennaio, aveva ricevuto minacce circa il suo operato intorno all’ex latitante Messina e anche in quell’occasione aveva affermato: “È utile o non è utile secondo voi in una società democratica avere una stampa libera. Combattere quelle verità ufficiali che spesso, nella nostra storia si sono tramutate in falsità ufficiali, che è un veleno da sconfiggere, deleterio per chi come me e come tutti i cittadini italiani credono a quello che ci viene raccontato, perché noi crediamo nello Stato italiano con la s maiuscola. E se allora – denuncia Giletti – ci sono delle falsità queste vanno combattute con il giornalismo libero, anche a costo della vita”. Poi confessa: “C’è una grande solitudine, perché alla fine in questa lotta sei solo per raccontare le verità scomode”.