Danilo Toninelli è tornato in tv e lo ha fatto in occasione della prima puntata di un nuovo programma che va in onda sul Nove il venerdì sera. Si intitola La confessione ed è condotto da Peter Gomez. Ecco cosa ha detto Toninelli in diretta.
“Di Maio rappresenta il tradimento della più grande speranza di rinnovamento politico degli ultimi 10 anni”. Toninelli non ci ha girato intorno e ha parlato così del suo ex collega al Movimento. Poi ha parlato più nello specifico del M5S. “La regola dei due mandati? Per me ne basta uno. La politica rende stronzi”, dice Toninelli senza mezzi termini.
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E ancora su Luigi Di Maio osserva che “lui era, prima di tutto, il frontman, quello che diceva ‘basta sprechi, avanti con la legge contro la corruzione e con il taglio dei parlamentari’. Sono tutte cose che finalmente avevano aperto alla speranza i polmoni delle persone. E poi cosa fai? Ti aggrappi alla poltrona? Me lo immagino Luigi, che si è suicidato politicamente come mai nessuno, come stava crollando, precipitando dalla torre alta in cui si trovava. Era arrivato a un metro da terra e qualcuno all’ultimo secondo gli ha lanciato un salvagente” spiega.
“Aveva finito i due mandati come grillino e quindi è diventato un qualcosa di sconvolgentemente opposto a quello che era e rappresentava per me, per il Movimento e per gli italiani – dice ancora del suo ex compagno di partito – Certo, se fai una giravolta come questa, stai sulle balle all’universo mondo. Se l’ho più sentito? E come faccio? Alzo la cornetta per dirgli ‘vai a quel paese, Luigi’ e metto giu’?”.
Quanto al doppio mandato, recrimina, “visto come sono andate le cose con un certo Di Maio e, ultimo in ordine di tempo, con un certo Cancelleri, basta un mandato. L’essere umano – rincara – è l’animale peggiore che c’è sulla Terra. La politica, se va bene, peggiora le persone rendendo chiunque uno stronzo. A meno che sei un soggetto, diciamo particolare come me, che nasce in una famiglia molto povera, dove sai che l’incarico che ricopri è uno strumento per soddisfare bisogni non tuoi ma di chi sta fuori Palazzo, ti senti investito dall’incarico che ricopri. E il tuo obiettivo – ribadisce – diventa rinnovare l’incarico e infine rinnovare la poltrona”.