Giuseppe Cruciani, noto conduttore di La Zanzara, ha recentemente offerto una visione critica e profetica sul futuro del Movimento 5 Stelle (M5S) durante la trasmissione Quarta Repubblica condotta da Nicola Porro. Cruciani ha messo in luce la divisione profonda tra il leader attuale, Giuseppe Conte, e il fondatore del movimento, Beppe Grillo, delineando scenari cupi e controversi per il futuro del M5S, in cui emergono una serie di tensioni e problematiche irrisolte. La profezia di Cruciani non solo tocca il cuore della lotta di potere tra Conte e Grillo, ma suggerisce anche una trasformazione radicale del partito, che potrebbe ridimensionarsi drasticamente o addirittura dissolversi per rinascere sotto un altro nome, mantenendo solo la leadership di Conte.
“Senza Grillo tutti questi non sarebbero nessuno”
Durante la trasmissione, Cruciani ha affrontato senza riserve la questione delle recenti tensioni tra Conte e Grillo, una spaccatura che ha incrinato l’identità del Movimento 5 Stelle. “Senza Grillo tutti questi non sarebbero nessuno,” ha esordito Cruciani, evidenziando come, a suo avviso, Conte debba gran parte della sua carriera politica proprio al fondatore Grillo. Tuttavia, Cruciani non risparmia nemmeno quest’ultimo, sottolineando che Grillo sembra ormai annoiato e disinteressato: “Sta lì in poltrona, non gliene frega più niente.” La delusione di Grillo verso il partito che ha creato sembra avere radici profonde, derivanti dal sentirsi tradito da quello stesso gruppo che, a suo parere, non è più in grado di seguirlo né di rispettare la sua visione originaria.
La dichiarazione di Cruciani lascia intendere che il Movimento 5 Stelle potrebbe proseguire solo grazie a Conte, che però dovrebbe abbandonare il nome originario per ripartire con una nuova identità. Una previsione, questa, che trova sponda anche nelle parole dello stesso Conte, il quale recentemente ha risposto all’accusa di Grillo, ribattendo che “Un padre dà la vita, non la morte.” Questo scontro di dichiarazioni pubbliche suggerisce una crisi non solo personale ma anche ideologica, in cui i principi fondativi del M5S sembrano perduti o irrecuperabili.
Un altro elemento centrale nell’analisi di Cruciani è il crescente isolamento di Grillo, che sempre meno appare il leader carismatico capace di mobilitare le masse e di dettare l’agenda del Movimento. Con l’avvicinarsi delle elezioni, il peso della leadership si è gradualmente spostato su Conte, anche se questo cambio al vertice sembra più una necessità che una scelta strategica. Grillo, infatti, appare sempre più come un personaggio in disparte, forse perfino deluso dai suoi successori, e i suoi tentativi di “resettare” il M5S con una visione più intransigente sembrano oggi incapaci di smuovere una base elettorale ormai disillusa.
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Cruciani sottolinea come Grillo, nella sua debolezza e nel suo disincanto, abbia persino accennato alla possibilità di “spegnere” il movimento con un semplice clic, un gesto simbolico che indica il disprezzo verso un’entità che non rispecchia più i suoi valori. Tuttavia, Conte è altrettanto deciso a mantenere in vita il progetto politico, seppur con qualche compromesso, tanto che Cruciani ipotizza un futuro in cui il M5S potrebbe sopravvivere solo grazie alla leadership di Conte e a una probabile rinascita con un nuovo nome.
M5S e la Crisi di Identità: Quale Futuro per un Movimento in Declino?
Porro e Cruciani riflettono sul ruolo del M5S nell’attuale panorama politico italiano, ricordando come fosse nato come un movimento di ribellione, volto a rappresentare le istanze del cittadino comune e a combattere la corruzione. Cruciani, che ammette di aver votato per il Movimento in passato, riconosce tuttavia che oggi non trova più il valore di quella scelta. Nelle sue parole si legge una sorta di amarezza e disincanto verso un progetto politico che, a suo parere, ha tradito le aspettative originarie.
In uno dei momenti più significativi dell’intervista, Porro ironicamente provoca Cruciani: “Quanta gente conosci che vota ancora Movimento 5 Stelle?” Una domanda retorica che non solo riflette il calo di consenso del M5S, ma mette in luce anche la difficoltà del movimento a reinventarsi senza tradire il proprio passato. Cruciani risponde con un tono sarcastico, dichiarando: “Tanto resterà Conte con un altro nome.” La sua osservazione lascia intendere che, nonostante le recenti scosse interne, Conte potrebbe ereditare il movimento sotto una veste nuova, forse un partito che potrebbe sfruttare il carisma di Conte senza però portarsi dietro il peso del passato e dell’ombra ingombrante di Grillo.