Negli ambienti vicini a Beppe Grillo, secondo un retroscena del Corriere della Sera, si fa strada una proposta che potrebbe rivoluzionare gli equilibri interni del Movimento Cinque Stelle (M5S). L’idea è quella di chiedere una “amnistia” per gli espulsi del Movimento a causa dell’adesione al governo Draghi nel 2021. Questa mossa permetterebbe a coloro che furono cacciati di rientrare nel Movimento, creando nuovi scenari.
La proposta di Grillo si collega alle recenti scuse pubbliche di Giuseppe Conte per l’adesione al governo tecnico, un gesto che ha giustificato in parte il crollo alle recenti elezioni europee. Una fonte interna ha dichiarato che questa mossa metterebbe in difficoltà il leader, poiché Conte avrebbe difficoltà ad opporsi dopo aver chiesto scusa pubblicamente.
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Un ritorno degli espulsi potrebbe avere importanti conseguenze politiche. Tra coloro che potrebbero rientrare ci sono figure storiche come Barbara Lezzi e Nicola Morra, oltre a circa quaranta altri parlamentari, molti dei quali al primo mandato. Questo permetterebbe loro di partecipare alle prossime selezioni per le elezioni politiche e amministrative. Inoltre, recenti consultazioni interne hanno visto diversi ex eletti finire in lista, segnalando che le possibilità di successo tra gli attivisti non sono remote.
L’avvocato Lorenzo Borrè, storico legale degli espulsi del M5S, ha commentato che un annullamento delle espulsioni sarebbe l’unico modo di aggirare le preclusioni statutarie. Ha descritto l’ipotesi come giuridicamente e politicamente ardita, ma non impossibile da attuare, conoscendo le dinamiche interne del Movimento.
La decisione finale spetterà a Grillo, che dovrà valutare se portare avanti questa mossa in vista della costituente del Movimento prevista per l’autunno. Se accettata, l’amnistia potrebbe segnare un nuovo capitolo nella storia del Movimento Cinque Stelle, rimescolando le carte e ridefinendo gli equilibri interni.