“La spesa di Giorgia”: il durissimo post di Conte contro Meloni. Ecco cosa ha detto

Il presidente del M5S Giuseppe Conte ha scritto un lungo post sui social, in cui attacca direttamente Giorgia Meloni. Leggiamolo: “LA LISTA DELLA SPESA DI GIORGIA. Il carovita esplode e gli stipendi arretrano. Ieri l’Istat ci ha detto che gli italiani stanno pagando di tasca propria rincari sui beni superiori al 10% e che le retribuzioni dei lavoratori sono scese sotto i livelli di 14 anni fa.

Più della metà di questi rincari riguarda i generi alimentari. Tranquilli, però, la lista della spesa l’ha preparata Meloni per voi: taglio dei sostegni a chi si trova in difficoltà, taglio degli aiuti contro il carocarburante, no al salario minimo legale per chi è sottopagato, sì a contratti più precari. In questo contesto l’Istat ci prospetta anche un sorpasso delle famiglie senza figli su quelle con figli, uno spopolamento del sud e un’Italia condannata senza appello all’invecchiamento.

Mi raccomando, però. Non disturbiamo Giorgia Meloni. Quest’anno ha avuto troppo da fare fra lotta ai rave, difesa a oltranza dei compagni di partito e debiti delle società di serie A da spalmare. Per lei la voragine che si è aperta nel portafogli e nei conti correnti degli italiani può attendere” si legge nel duro post di Conte.

In effetti, i recenti dati Istat prevedono un’altra fase di debolezza dell’economia italiana nei prossimi mesi. Questa è stata l’osservazione del presidente facente funzione dell’Istat, Francesco Maria Chelli, durante un’audizione sulla Nadef. Chelli ha poi aggiunto: “A parte gli impatti provenienti dagli sviluppi internazionali, ci sono anche elementi interni che frenano la crescita economica. Questi includono condizioni di accesso al credito più restrittive per famiglie e imprese, così come il lento recupero del potere d’acquisto delle famiglie”.

Il presidente ha anche condiviso alcune informazioni riguardanti il recente andamento del Pil italiano, evidenziando una crescita nel primo trimestre dell’anno (+0,6%) e una contrazione nel secondo trimestre (-0,4%). Le stime del tasso di crescita annuale sono state leggermente riviste, con una previsione del 2,1% nei primi tre mesi dell’anno e dello 0,3% nel secondo trimestre. Questi dati portano a una crescita annuale già acquisita del +0,7% per il 2023.

La reazione di Conte agli ultimi dati Istat

Chelli ha inoltre sottolineato che a settembre oltre il 58% dei beni considerati dall’Istat per il calcolo dell’inflazione ha registrato un aumento dei prezzi rispetto alla media del 2019, con oltre la metà di questi riguardanti generi alimentari. Alcuni beni hanno subito aumenti superiori al 25%, con il 13% di questi riconducibili al settore alimentare. Solo il 6,7% degli aggregati ha visto una diminuzione dei prezzi. Per quanto riguarda le retribuzioni reali, queste sono scese al di sotto dei livelli del 2009, con un notevole divario tra l’aumento dell’inflazione e l’incremento delle retribuzioni contrattuali nel periodo 2009-2023, pari a 12 punti percentuali. Tale differenza varia tra settori, con variazioni dai 4,1 punti percentuali per l’agricoltura ai 19,5 punti percentuali per la pubblica amministrazione.

Infine, Chelli ha presentato dati sul futuro demografico dell’Italia, indicando una prevista diminuzione significativa della popolazione residente. Secondo le previsioni “mediane”, si prevede una riduzione da 59 milioni al 1° gennaio 2022 a 58,1 milioni nel 2030, 54,4 milioni nel 2050 e 45,8 milioni nel 2080. Questo declino coinvolgerà tutto il paese, con il Mezzogiorno che subirà il calo più marcato, mentre il Nord registrerà un calo più limitato.

QUALCHE GIORNO FA IL PRESIDENTE DEL M5S HA PARLATO COSì AI CITTADINI:

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