Il governo Meloni continua a puntare sulle pensioni come fonte di risparmio per le casse dello Stato. Per il terzo anno consecutivo, infatti, si sta considerando un taglio dell’indicizzazione all’inflazione, una misura che impatterebbe soprattutto sugli assegni più alti.
L’obiettivo del governo, come dichiarato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, è quello di preservare il pieno recupero solo per le pensioni più basse, penalizzando di fatto le fasce di pensionati con assegni più alti. Questa politica è stata già applicata negli anni precedenti e sembra destinata a proseguire, sollevando non poche polemiche.
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Un altro tema caldo in discussione è la cosiddetta “Quota 41”, promossa fortemente dal vicepremier Matteo Salvini, che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione dopo 41 anni di contributi. Questa misura, secondo Salvini, avrebbe un costo contenuto di circa 900 milioni di euro, una cifra che però deve essere ancora confermata dagli esperti del Ministero dell’Economia.
Nel frattempo, i sindacati e le opposizioni chiedono maggiore equità e trasparenza nelle politiche previdenziali, denunciando il rischio di impoverimento per una larga parte della popolazione anziana. La Lega, dal canto suo, ha già messo un “altolà” a qualsiasi modifica alle attuali finestre pensionistiche, dichiarando che “non si toccano”.
La discussione sulle pensioni è solo uno dei temi che animeranno i prossimi tavoli tecnici del governo, ma rappresenta senza dubbio un banco di prova importante per l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, alle prese con la difficile quadratura del cerchio tra esigenze di bilancio e promesse elettorali.