Nel corso di un intervento critico ad Otto e Mezzo, la storica Michela Ponzani ha espresso una dura opinione sul libro di Italo Bocchino, Perché l’Italia è di destra contro le musiche della sinistra, definendolo un esempio di “mistificazione della storia”. Presentato a Roma con il sostegno del Presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha proposto l’adozione del testo nelle scuole, il libro ha sollevato una serie di polemiche, a partire dalle numerose distorsioni storiche individuate dalla Ponzani.
Secondo la storica, docente di storia contemporanea, il libro di Bocchino potrebbe essere utilizzato come materiale didattico solo per insegnare agli studenti “come si fa la mistificazione della storia”. Ponzani ha criticato il testo per la sua mescolanza di verità e falsità, nonché per la presentazione di dati storici che risultano impossibili da verificare.
Tra gli esempi più eclatanti, la storica ha citato il ritratto di Alcide De Gasperi, descritto nel libro come un uomo di destra, senza menzionare il suo ruolo fondamentale nella Resistenza, la sua prigionia sotto il regime fascista e il suo contributo alla stesura della Costituzione italiana. “Si dimentica che De Gasperi è stato un grande antifascista e un patriota”, ha sottolineato Ponzani, evidenziando la manipolazione della sua figura.
Un altro caso discusso è quello di Alessandro Natta, ex segretario del Partito Comunista Italiano, descritto nel libro come fascista per via della sua tessera del Partito Nazionale Fascista durante il ventennio. Ponzani ha ribattuto che questa interpretazione omette il fatto che Natta abbia aderito al movimento antifascista nel 1936 e sia stato prigioniero in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale.
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Per Ponzani, il libro di Bocchino riflette un tentativo maldestro di riscrivere la storia, non per affrontare onestamente il passato, ma per adattarlo a una narrazione politica che non corrisponde alla realtà documentata. “Non si vuole fare i conti con un passato scomodo”, ha affermato la storica, criticando il rifiuto di accettare i fatti storici, come la sconfitta del fascismo nel 1945 e la vittoria delle forze democratiche.
Ponzani ha concluso l’intervento sottolineando la pericolosità di opere come quella di Bocchino, specialmente se proposte come testi educativi nelle scuole. Una simile riscrittura del passato, ha avvertito, potrebbe trasmettere una versione distorta della storia italiana alle nuove generazioni, contribuendo a una più ampia opera di manipolazione politica della memoria collettiva.
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