Caro benzina: La decisione definitiva dell’Antitrust sconvolge il Governo Meloni

È una Giorgia Meloni bocciata senza appello dall’Antitrust: la decisione di esporre presso i distributori di carburante il cartello con il prezzo medio si è rivelata un fallimento facendo alzare i prezzi.

Secondo le ultime indiscrezioni il provvedimento non solo sarebbe pressoché inutile ma potrebbe addirittura causare un aumento dei prezzi spropositato che finirebbe per gravare sulle spalle degli ignari automobilisti.
Roberto Rustichelli, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha bocciato il decreto Trasparenza varato dal governo il 10 gennaio: “ritiene che non vi sia necessità di introdurre un meccanismo di calcolo e di diffusione di valori di riferimento medi, atteso che appaiono incerti i benefici per i consumatori, a fronte invece di un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi”.
In una lunga nota, i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Attività Produttive Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Alessandra Todde e Enrico Cappelletti affermano: “la verità è che tutto nasce dalla decisione dissennata di non voler confermare lo sconto sulle accise in manovra. Il resto è storia: nei primi giorni dell’anno i prezzi sono schizzati alle stelle, così Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Adolfo Urso sono andati in fibrillazione e hanno scaricato la responsabilità sulle inesistenti speculazioni dei benzinai” concludono.
Il prezzo della benzina viene influenzato da diversi fattori, tra cui la logistica, e quindi varia anche sensibilmente all’interno della medesima regione se si confrontano impianti molto distanti tra loro.
Rustichelli chiarisce: “di un prezzo medio regionale rischia di ridurre la variabilità di prezzo, in quanto potrebbe essere utilizzata dalle imprese per convergere  automaticamente su un prezzo focale”. “In merito all’ondata di rincari dei prezzi dei carburanti, tutt’altro che sopita dai pasticci in serie del governo Meloni, arrivano anche le parole del numero uno dell’Antitrust Rustichelli”. “il tanto sbandierato decreto Trasparenza presenta svariate criticità e rischia di nuocere ancora di più ai consumatori”.
Questo perché è sbagliato concettualmente il decreto in quanto “la media aritmetica del prezzo regionale risulta molto poco rappresentativa dell’effettivo contesto competitivo in cui un impianto di distribuzione di carburanti opera”, poiché “un impianto di distribuzione di carburanti risulta effettivamente in concorrenza soltanto con gli impianti situati a pochi chilometri di distanza”.
Ad intervenire nel dibattito è anche Rosario Trefiletti:”Siamo totalmente d’accordo con quanto affermato in audizione Parlamentare sulla tematica della trasparenza prezzi carburanti dal Presidente dell’antitrust bollando come confusionaria e molto negativa, l’imposizione nelle stazioni di servizio dei cartelloni recanti il. 

Il presidente di Centro Consumatori: “Non solo poiché stravolgerebbe il sacrosanto principio di concorrenza, ma incentiverebbe l’allineamento al prezzo più elevato gli stessi distributori, con grave danno di chi acquista. Lo stiamo affermando da molti giorni a differenza di chi invoca Procure della Repubblica o scioperi degli Automobilisti, ed oggi ne abbiamo conferma dalla autorità di controllo più seria del Paese. “Siamo perciò convinti che queste affermazioni dell’antitrust saranno felicemente utilizzate nel proseguo del confronto tra le parti in causa e che sgombrando il campo dalle scemenze cartellonistiche, per nascondere che i prezzi sono schizzati per l’aumento tassazione di 30,5 cent al litro, permettano di affrontare seriamente le tematiche speculative, quelle vere che si annidano all’interno della filiera petrolifera: acquisto e intermediazione del Petrolio, doppia velocità nella determinazione dei prezzi, vendite scorrette dei carburanti con modalità fiscali nettamente inferiori, importazioni contrabbando ecc. ecc. scongiurando così criminalizzazioni scorrette e conseguenti risposte di sciopero che fanno male a tutto il Paese”, conclude Trefiletti nella nota.

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