Riccardo Scamarcio, noto attore e volto amato del cinema italiano, è stato ospite nel programma Di Martedì, condotto da Giovanni Floris. Il suo intervento, di tono riflessivo e critico, ha toccato temi scottanti che vanno dalla retorica divisiva della destra, alle tensioni sociali e internazionali, fino alla crisi del settore culturale in Italia. Scamarcio ha espresso preoccupazioni profonde sulla direzione che sta prendendo il paese, facendo appello a una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di chi governa.
“La retorica della destra? Propaganda che distoglie dai problemi reali”
Di fronte a un frammento di discorso di esponenti di destra che attaccavano i “centri sociali comunisti” e usavano termini come “zecche rosse” e “criminali da centri sociali”, Scamarcio ha commentato definendo tutto ciò “propaganda”. Ha spiegato che questo tipo di linguaggio aggressivo e divisivo ha il solo scopo di attirare attenzione su un “nemico” costruito, distogliendo gli italiani dai problemi concreti e drammatici che il Paese affronta ogni giorno. “C’è molta retorica e poco contenuto,” ha sottolineato, spiegando che la vera questione non è il ritorno del fascismo o del comunismo, ma piuttosto un clima di conformismo in cui molti temi spinosi sono volutamente ignorati.
“La perdita di sovranità economica e politica ci ha impoverito come nazione”
Secondo Scamarcio, l’Italia ha gradualmente delegato le sue decisioni più importanti, in particolare in ambito economico, a poteri sovranazionali e oligarchici, riducendo così la propria sovranità. “Viviamo in un Paese che ha perso il controllo sulle sue scelte più decisive,” ha dichiarato, aggiungendo che il Parlamento italiano ha perso parte del suo ruolo di rappresentanza. Ha ricordato come, con la fine della Prima Repubblica, si sia buttato via non solo la corruzione e gli eccessi, ma anche una classe dirigente capace di prendere decisioni per il bene collettivo. Scamarcio ha parlato della necessità di recuperare una politica che incida veramente sulla vita delle persone.
“Una profonda angoscia per i conflitti e la disumanità che vedo crescere”
L’attore si è poi soffermato sul suo timore per l’attuale contesto internazionale, dominato da conflitti come quelli in Ucraina e in Medio Oriente. Ha raccontato di sentirsi travolto da un senso di “angoscia cosmica” e ha confessato che le immagini di distruzione, in particolare quelle provenienti da Gaza, lo toccano profondamente. “Siamo mediterranei, e questi conflitti sono a due passi da casa nostra. Non possiamo restare indifferenti,” ha dichiarato, descrivendo il conflitto come una ferita che coinvolge tutto il bacino mediterraneo e che riguarda l’Italia da vicino. Ha poi sottolineato che la pace e la solidarietà sono valori fondamentali, richiamando il bisogno di un approccio più umano e meno indifferente ai drammi internazionali.
La reazione alle parole di Salvini: “È tutta propaganda”
Durante la puntata, Floris ha anche trasmesso un video in cui Matteo Salvini si esprime con toni duri verso l’opposizione, usando termini come “zecche rosse” e “comunisti dei centri sociali”. La risposta di Scamarcio è stata altrettanto tagliente: “È tutta propaganda”, ha affermato minimizzando i commenti di Salvini. Secondo l’attore, certe espressioni sono solo strumenti retorici per alimentare il consenso, ma rischiano di distogliere l’attenzione dai problemi reali che affliggono il Paese.
“Il vero problema dell’Italia è la delega alle oligarchie”
Scamarcio ha poi toccato un tema di fondo che, secondo lui, rappresenta uno dei principali problemi del Paese: la perdita di controllo da parte dei cittadini sui meccanismi decisionali e politici. “Il vero problema del nostro Paese è legato al fatto che noi abbiamo delegato gli strumenti più importanti, quelli economici e della politica, a delle oligarchie, a luoghi che sono fuori dal Parlamento italiano,” ha dichiarato.
L’attore ha puntato il dito contro quella che vede come una perdita di sovranità da parte del Parlamento e un’eccessiva dipendenza da strutture di potere al di fuori delle istituzioni democratiche. Scamarcio ha inoltre sottolineato come l’assenza di elezioni dirette per i rappresentanti parlamentari riduca ulteriormente la possibilità di influenzare concretamente la vita dei cittadini.
La figura del generale Vannacci e la discriminazione
Quando Floris ha chiesto il parere di Scamarcio su figure controverse come il generale Roberto Vannacci, che si è espresso in modo critico verso il mondo LGBTQ+ e ha fatto affermazioni divisive, l’attore non ha esitato a dichiarare la sua preoccupazione per la discriminazione e l’intolleranza che emerge da simili discorsi. “Mi spaventa che si possa pensare di discriminare la diversità,” ha dichiarato, aggiungendo che vede il popolo italiano come fondamentalmente tollerante e accogliente, anche se certe frange politiche cercano di fomentare divisioni. “Non vedo il pericolo del fascismo, ma vedo un tentativo di creare nemici a cui dare la colpa,” ha spiegato, invitando a respingere la retorica dell’odio e della discriminazione.
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La cultura sotto attacco: “La destra ha bloccato il cinema italiano”
Scamarcio ha rivolto un’aspra critica alla gestione della cultura da parte dell’attuale governo di destra, accusando la Meloni e il ministro della Cultura di aver ostacolato il settore cinematografico, bloccando la produzione per un intero anno. “Il cinema è fondamentale per l’Italia, è una parte essenziale della nostra identità culturale e della nostra economia,” ha detto, spiegando che la mancanza di sostegno mette a rischio migliaia di posti di lavoro e compromette il valore culturale del paese a livello internazionale. “Attori come Marcello Mastroianni hanno rappresentato l’Italia meglio di tanti ministri degli Esteri,” ha commentato, sottolineando che il cinema ha un ruolo diplomatica unico e insostituibile per l’Italia.
Conclusione
Riccardo Scamarcio ha concluso il suo intervento lanciando un appello affinché la politica italiana abbandoni la retorica di divisione e si concentri sulle necessità reali del Paese. Con parole appassionate, ha ricordato che l’Italia è una nazione culturalmente ricca e accogliente, che dovrebbe cercare di superare le divisioni ideologiche e costruire una società basata sulla solidarietà, sul rispetto e sull’umanità.
Attraverso le sue riflessioni, Scamarcio ha messo in evidenza il ruolo della cultura come mezzo di unione e non di separazione, invitando il Paese a ritrovare l’orgoglio per le proprie radici culturali e il rispetto per l’altro. Un’Italia che guarda alla pace e alla giustizia, ha concluso, è quella che non si lascia dominare dalle divisioni ma è capace di superarle con dignità e coraggio.
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