Roberto Vannacci, ex-generale e attualmente europarlamentare della Lega, ha suscitato clamore con le sue recenti dichiarazioni durante un incontro alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, a Lucca.
Quando è stato chiesto se avrebbe querelato chi lo definisce fascista, Vannacci ha risposto in modo sorprendente: “Non mi sento offeso perché il fascismo è finito 80 anni fa, è come se mi dicessero di essere napoleonico o giacobino, sono tutti movimenti terminati che non si ripeteranno mai nella storia”.
Queste parole arrivano in risposta a una provocazione di Rosy Bindi, che aveva suggerito a Vannacci di querelare anche chi lo definisce fascista, oltre a chi, come Pier Luigi Bersani, lo ha chiamato “coglione”. Vannacci ha insistito sulla sua posizione affermando che “il fascismo è chiuso, è finito 80 anni fa, e anche le manifestazioni accusate di fascismo non c’entrano nulla”.
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Le dichiarazioni di Vannacci hanno inevitabilmente generato discussioni nel panorama politico italiano, sollevando domande sul significato e l’eredità storica del termine “fascismo” e sulla sua applicazione nel contesto politico contemporaneo.
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