L’esperto smonta la Meloni sulla guerra”pensava bastasse essere con gli Usa, ma… – IL VIDEO

Un vertice per dimostrare forza, ma senza peso nelle trattative

Il recente vertice di emergenza organizzato dal presidente francese Emmanuel Macron a Parigi ha messo in luce una realtà scomoda per l’Unione Europea: la sua irrilevanza nelle grandi decisioni geopolitiche. Il summit, convocato per discutere della guerra in Ucraina e per reagire all’esclusione dell’UE dalle trattative dirette tra Russia e Stati Uniti, ha visto riuniti otto leader europei, ma ha finito per evidenziare le divisioni interne e la mancanza di un ruolo concreto nelle negoziazioni.

Secondo il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, intervenuto a Otto e mezzo su La7, la situazione attuale è il risultato di un cambiamento epocale: “L’Occidente transatlantico è finito. Ora regna l’incertezza. L’Europa non è mai stata un vero soggetto politico autonomo e questa guerra lo ha reso evidente.”

L’Unione Europea: un’illusione di potere?

Caracciolo ha sottolineato come l’UE sia nata come progetto di pace in un contesto di stabilità garantito dagli Stati Uniti. Tuttavia, nel momento in cui la crisi ucraina ha imposto decisioni strategiche e militari, l’Europa si è rivelata incapace di agire con una propria visione unitaria:

> “L’UE è un’organizzazione del bel tempo, non abilitata a prendere iniziative in tempo di guerra.”

 

La riunione di Parigi ha messo in scena una risposta simbolica alla nuova realtà geopolitica: con Donald Trump che ha escluso l’UE dalle trattative tra Russia e Ucraina, l’Europa si è trovata a rincorrere gli eventi senza alcun peso nelle decisioni cruciali. La frammentazione interna ha ulteriormente compromesso la sua influenza: i paesi membri si muovono con strategie differenti e spesso contrastanti, con la Germania, la Francia e l’Italia che cercano di bilanciare i propri interessi nazionali con la fedeltà all’alleanza atlantica.

Meloni e l’illusione della sponda americana

Uno dei punti più critici sollevati da Caracciolo riguarda la posizione del governo italiano e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Secondo l’analista, Meloni ha creduto che il suo allineamento con gli Stati Uniti sarebbe bastato a garantirle un ruolo di primo piano nella crisi ucraina. Ma la realtà si è dimostrata ben diversa:

> “La signora Meloni forse non ha capito questo: lei pensava che stare con gli americani l’avrebbe portata in porto. Ma non è così.”

 

Gli Stati Uniti, fin dall’inizio del conflitto, hanno avuto chiaro che l’adesione dell’Ucraina alla NATO sarebbe stata impossibile e che il loro principale interesse strategico non era tanto l’Ucraina, quanto il contenimento della Cina. Questo ha lasciato l’Europa in una posizione marginale e l’Italia in un ruolo ancora più periferico.

Trump, Biden e la ridefinizione dell’ordine globale

Il summit di Parigi si è tenuto in un contesto di grande incertezza politica a livello internazionale. La possibilità di un ritorno di Trump alla Casa Bianca e le sue dichiarazioni sulla Russia e sull’Europa hanno alimentato il timore che gli Stati Uniti possano ridimensionare il loro impegno nella NATO e ridisegnare i rapporti globali.

Secondo Caracciolo, il futuro dell’ordine mondiale è ormai segnato:

> “Trump ha detto che un giorno o l’altro la Russia si riprenderà l’Ucraina. Questo dimostra come il cambio di regime in America provochi una rivoluzione non solo interna agli USA, ma anche negli equilibri globali.”

 

L’Europa, nel frattempo, continua a parlare di “Alleanza atlantica”, ma nei fatti questa esiste ormai solo sulla carta: ogni paese membro segue strategie diverse, con la Turchia, la Germania e l’Ungheria che perseguono agende nazionali sempre più divergenti.

Leggi anche

Quale futuro per l’Europa?

Se c’è una lezione che il summit di Parigi dovrebbe insegnare ai leader europei, è che senza una politica estera e di difesa comune, l’UE resterà uno spettatore passivo delle grandi scelte globali. La guerra in Ucraina ha dimostrato che non basta una retorica di unità per contare nello scacchiere internazionale: servono potere militare, una visione strategica chiara e la capacità di agire con un’unica voce.

Ma l’Europa è pronta a compiere questo passo? O continuerà a muoversi come un insieme di stati divisi, destinati a essere irrilevanti nelle grandi decisioni del XXI secolo?
VIDEO:

Condividi sui tuoi social:

Articoli popolari

Articoli più letti

Voce dei Cittadini