L’ex giudice: Governo poco credibile? “Vergognosa l’incoerenza dell’Italia…” LA DENUNCIA SHOCK

L’ex vicepresidente della Corte penale internazionale (CPI), Cuno Tarfusser, ha lanciato un duro attacco contro il governo italiano, accusandolo di ipocrisia e incoerenza nella gestione dei mandati d’arresto internazionali. L’ex magistrato ha parlato durante un convegno tenutosi al Senato, organizzato dalla senatrice Juliane Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie.

Nel suo intervento, Tarfusser ha criticato aspramente la politica italiana e occidentale nei confronti delle decisioni della Corte penale internazionale, in particolare sul trattamento riservato ai mandati d’arresto per il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

“Esultavano per Putin, ma con Netanyahu cambiano posizione”

L’ex giudice ha messo in evidenza quella che considera una disparità di trattamento da parte dell’Italia nei confronti delle decisioni della CPI.

> “Ma vi ricordate quando c’è stato il mandato di cattura da parte della Corte penale a carico di Putin? Tutti noi e gli americani lì a gioire. Arriva il mandato d’arresto per Netanyahu e tutti, l’Italia in prima fila, ad affrettarsi a dire: ‘Vieni pure qui, tanto non ti arrestiamo’”

Un atteggiamento che per Tarfusser rappresenta un’incoerenza intollerabile:

> “Almeno stai zitto, fai in modo che non venga e lasciamo perdere. È semplicemente vergognoso. Finalmente lo posso dire, tanto sono in pensione e non mi possono neanche più fare un procedimento disciplinare.”

 

Con queste parole l’ex giudice ha sottolineato come l’Italia, che ha ratificato lo Statuto di Roma, si trovi ora in una posizione ambigua e contraddittoria rispetto agli obblighi internazionali.

La frecciata a Salvini: “I crimini internazionali non hanno colore politico”

Nel suo discorso, Tarfusser non ha risparmiato critiche al leader della Lega, Matteo Salvini, che in passato ha lodato Netanyahu e messo in dubbio l’autorevolezza della Corte dell’Aja.

> “Trovo che sia una cosa assolutamente folle avere posizioni ondivaghe in merito alle decisioni della Corte penale internazionale, perché i crimini internazionali non hanno colore politico. Non esistono crimini buoni e crimini cattivi.”

 

Secondo il magistrato, la giustizia internazionale deve essere applicata senza distinzioni e senza subire pressioni politiche, altrimenti perde credibilità e valore.

Il caso Almasri: “Un pasticcio tutto italiano”

Un altro punto su cui Tarfusser ha espresso forti critiche è stato il caso Almasri, un cittadino libico la cui scarcerazione ha suscitato polemiche e controversie. Il magistrato ha raccontato di essere stato informato dell’accaduto direttamente da una persona vicina alla CPI:

> “Avevo veramente una forte ira repressa in questi ultimi giorni, a partire dal giorno 18, quando la moglie del procuratore presso la Corte dell’Aja, di cui mi onoro di essere amico, mi ha mandato un WhatsApp dicendomi che avevano scarcerato Almasri. Io sono rimasto basito.”

 

Secondo Tarfusser, il governo Meloni e in particolare il ministro della Giustizia Carlo Nordio avrebbero gestito male la vicenda, cercando di scaricare la colpa su presunti complotti della CPI, quando in realtà la responsabilità sarebbe unicamente italiana.

> “Conosco dall’interno la Corte penale e vi posso assicurare che non c’è stato nessun complotto contro l’Italia. Tutto quello che si dice sono speculazioni. E non l’ha capito neanche il Ministro, evidentemente, che parla di pasticcio. Ma il pasticcio l’ha fatto lui.”

L’attacco a Trump: “Non ha ratificato la CPI ma la attacca”

Nel suo intervento, l’ex vicepresidente della CPI ha rivolto un’ulteriore critica a Donald Trump, accusandolo di voler screditare la Corte dell’Aja pur non essendo gli Stati Uniti membri dello Statuto di Roma.

> “Mi inorridisce il fatto che la Corte Penale venga aggredita da un paese che non c’entra niente con essa, che non la conosce, che non la vuole, che non l’ha ratificata, e mi riferisco al signore coi capelli arancioni che sta di là del lago.”

 

Con questa affermazione, Tarfusser ha evidenziato l’atteggiamento contraddittorio degli Stati Uniti, che non riconoscono la giurisdizione della Corte ma intervengono nel dibattito quando la CPI indaga su paesi alleati di Washington.

“L’Italia ha tradito la sua stessa creatura”

Uno dei passaggi più significativi del discorso è stato quello in cui l’ex giudice ha ricordato il ruolo fondamentale dell’Italia nella nascita dello Statuto di Roma, il trattato che ha istituito la Corte penale internazionale.

> “Ciò che a mio avviso è totalmente intollerabile, ed è per questo motivo che sono così fortemente arrabbiato, è che gli stessi paesi membri che hanno sottoscritto e ratificato lo Statuto di Roma sostengono la Corte finché in qualche modo non vengono toccati.”

 

Tarfusser ha usato un’immagine simbolica per esprimere la sua delusione nei confronti dell’Italia:

> “Tra questi paesi c’è adesso anche l’Italia, lo Stato che ha dato i natali allo Statuto di Roma. Per me questa è una roba inconcepibile e incomprensibile: l’ultimo Paese da cui mi aspettavo un attacco alla Corte dell’Aja è il paese che è la balia, l’ostetrica. E l’ostetrica non può fare anche il boia.”

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Conclusione

L’intervento di Cuno Tarfusser è stato un attacco diretto e senza filtri alla gestione del governo Meloni delle questioni legate alla giustizia internazionale. L’ex vicepresidente della Corte penale internazionale ha denunciato l’incoerenza dell’Italia e dell’Occidente, accusandoli di usare la CPI solo quando conviene politicamente.

Le sue parole hanno scatenato un dibattito acceso, sollevando interrogativi sul ruolo dell’Italia nella giustizia internazionale e sulla sua credibilità nel rispetto del diritto penale globale.
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