Lezione dalla Spagna al governo Meloni: ecco cosa è successo

In Spagna possono insegnare molto al governo italiano, dato che il premier Sanchez sta dimostrando di mettere al primo posto gli interessi dei cittadini nella sua esperienza politica. Da noi, soprattutto questa settimana, la politica invece non ha dato grande prova di maturità, tra le polemiche sull’antifascismo relative al 25 aprile e il caos che c’è stato alla Camera in occasione del voto sul DEF.

Ma torniamo in Spagna, per un attimo. Ebbene, dovete sapere che il premier spagnolo Sanchez ha varato un provvedimento per regolamentare un mercato degli affitti che, specie nelle grandi città, vede prezzi fuori controllo e inquilini sempre più strozzati dagli affitti. Dopo il Portogallo, che a febbraio aveva deciso di acquistare le case abbandonate, dire addio a golden visa e licenze anche per Airbnb, anche il Congresso dei Deputati spagnolo ha dato il via libera a una legge con diversi provvedimenti in ambito di politiche abitative, riguardante in particolare gli affitti.

Ma cosa stabilisce questa legge nel dettaglio? Tetti per gli aumenti degli importi in caso di rinnovo di un contratto e limiti temporanei anche per i nuovi contratti applicabili da parte delle amministrazioni locali in zone con il mercato immobiliare particolarmente “caldo”. L’obiettivo è evitare situazioni di prezzi esorbitanti, una preoccupazione comune a molti cittadini, in particolare nelle città più popolose. La nuova legge, che ora proseguirà il proprio iter parlamentare al Senato, prevede anche che gli onorari in favore di agenzie nei casi di firma di un nuovo contratto d’affitto non finiscano a carico degli inquilini, come accade spesso anche qui da noi. Incluse misure di protezione per persone a rischio sfratto e incentivi a proprietari che contribuiscono a contenere i prezzi degli affitti.

La legge è passata al Congresso con 176 voti a favore, 167 contro e un astenuto. “Stiamo mettendo le basi di una nuova politica abitativa, per dar risposta a un autentico problema dei cittadini e che è origine del 70% delle disuguaglianze nel nostro Paese”, ha detto Sanchez.

Tra l’altro solo poche settimane fa vi avevamo raccontato di come proprio la Spagna avesse deciso di aumentare il salario minimo dell’8% per il 2023. In questo modo, secondo le dichiarazioni del governo a febbraio, circa 2,5 milioni lavoratori a basso salario riceveranno 1.080 euro lordi al mese in 14 rate.

Un aumento che “non è solo un annuncio” ma che “permetterà di cambiare la vita delle persone”, aveva detto la ministra del Lavoro Yolanda Díaz, durante una conferenza stampa a Madrid. “Il governo spagnolo sta rispettando i suoi impegni. Mi sento molto orgogliosa”, aveva sottolineato la ministra dopo che il Cdm aveva deciso di aumentare il salario minimo per quest’anno.

E il nostro governo che fa?

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