Luca Sommi è un giornalista e conduttore televisivo molto preparato. Durante una puntata in tv a Restart, ha parlato del Superbonus e in particolare di cosa diceva Salvini prima di andare al governo. “A Salvini muovono l’accusa che comunque ci sono state delle frodi sul Superbonus, ma erano il 3% appena. A marzo 2022 risponde così: ‘Se c’è una frode, per me la legge è buona’. Cioè, se uno non si ferma al semaforo rosso vai a multare lui, non è che vai a togliere i semafori” spiega Sommi nel corso del suo intervento.
“Questo era Matteo Salvini un anno e mezzo fa, governo Draghi: l’ha votata anche la Lega la proroga del Superbonus, però dov’è il nodo? Perché quelle persone sono ingabbiate lì? Perché il governo Draghi ha deciso di modificare la cessione del credito? Però la strada è quella lì, anche se perfettibile, la strada è quella di far sì che le case consumino meno, che si faccia risparmiare in bolletta e soprattutto che si vada verso il futuro ecologico” conclude Sommi.
Tra l’altro, per non farci mancare niente, in questi giorni il governo ha sospeso anche il Superbonus per i condomini in modo definitivi. Come riporta Fanpage, a meno che il governo Meloni non cambi completamente idea nei prossimi tre mesi, nel 2024 il bonus per i condomini passerà dal 90% al 70%. In Parlamento, infatti, la maggioranza ha bocciato tutti gli emendamenti che chiedevano un rinvio delle scadenze, anche quelli di Forza Italia.
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Alla fine dunque il governo ha scelto di mantenere la linea dura sul bonus edilizio, che in più occasioni è stato attaccato dagli esponenti dell’esecutivo come causa principale del dissesto dei conti pubblici italiani. “Il motivo per cui il debito pubblico non diminuisce come auspicato”, ha detto il ministro dell’Economia Giorgetti nella conferenza stampa in cui ha presentato la Nadef, “è il conto da pagare dei bonus edilizi, in particolare il Superbonus. Sono i famosi 80 miliardi, ahimé in aumento, in quattro comode rate”.
Ora l’esecutivo deve ancora affrontare il principale problema contabile sul tavolo: quello dei crediti incagliati. Il tema riguarda quelle aziende e famiglie che hanno fatto dei lavori, hanno accumulato i crediti fiscali che gli spettavano per il Superbonus, ma non possono detrarli tutti direttamente dall’Irpef, solitamente perché non hanno un reddito abbastanza alto.
Cosa diceva Salvini sul Superbonus
Quindi vorrebbero venderli, ad esempio, a delle banche che gli diano i soldi subito e poi riscuotano con il tempo dallo Stato. Per un certo periodo è stato possibile farlo, ma molte banche e altri istituti hanno smesso di comprare questi crediti perché le condizioni non erano convenienti e c’era il rischio di andare in perdita, perciò ora questi sono “incagliati”, in mano a famiglie e imprese che non sanno cosa farne.
Se il governo non dovesse trovare una soluzione, molte persone potrebbero perdere i soldi che gli erano stati promessi con l’esenzione del 110%. Nonostante l’ostilità verso la misura, l’esecutivo continuerà quindi a lavorare sul tema anche nei prossimi mesi. Sono allo studio delle misure per “consentire la verifica della bontà dei crediti ancora in possesso dei cittadini, che dovrebbero contribuire a rimuovere gli ostacoli alla cessione”, ha dichiarato il ministro Giorgetti alla Camera il 13 settembre.