Luca Sommi attacca Briatore: “Falegnami? Ma se tuo figlio un giorno dicesse…” ecco cosa ha detto

Hanno suscitato parecchio scalpore le dichiarazioni di Flavio Briatore nella puntata di Cartabianca dello scorso 27 giugno. Nell’occasione, l’imprenditore verzuolese è intervenuto lanciando un parere senza mezzi termini: “Tra vent’anni non ci saranno più falegnami, muratori, gente che fa controsoffitti“.

Nella puntata del talk show si stava parlando di lavoro e di tutte le difficoltà che incontrano le imprese, specialmente quelle medio-piccole, nel far quadrare i conti alla fine del mese. Un argomento da sempre molto caro a Briatore, tanto che poco prima di citare l’esempio di cui si è parlato sopra, l’imprenditore di Verzuolo ha pronunciato uno dei suoi “cavalli di battaglia” in proposito: “Per fare andare avanti le imprese dovete togliere la burocrazia. La burocrazia ammazza gli imprenditori“.

Dopodiché Briatore, nel suo ragionamento, ha deciso di fare un esempio: “L’altro giorno sono andato da un falegname. Tutti i falegnami nello studio avevano più di cinquant’anni. Perché non avendo aziende che possono sopravvivere da sole, ai figli fanno fare altre cose, tipo mandarli a scuola o all’università. Noi ci ritroveremo tra vent’anni dove non ci saranno più falegnami, muratori o gente che fa controsoffitti“. Una dichiarazione che ha trovato da subito in disaccordo la conduttrice del talk che ha mosso un’obiezione chiedendo perchè il figlio di un muratore o di un qualunque altro artigiano non possa fare qualcos’altro, infastidendo visibilmente il proprio ospite, che in più di un’occasione ha detto: “Non capite il senso di quello che dico”. Briatore ha allora continuato il suo ragionamento dicendo: “L’Italia funziona perché ci sono delle piccole imprese che sono sparse sul territorio. Se queste imprese funzionano, il figlio è invogliato a continuare l’impresa del padre, se non funzionano deve fare altri lavori. Il lavoro manuale deve essere invogliato dalla tecnologia“. L’imprenditore verzuolese ha poi concluso dicendo: “Mio figlio non andrà all’università, farà il mio lavoro, perché io non ho bisogno di un avvocato. E se non lo vuole fare, va fuori casa“.

Dichiarazioni di questo tenore, ovviamente, non potevano che scatenare opinioni contrastanti. A rispondergli con un videomessaggio è stato Luca Sommi, giornalista e conduttore di Accordi e disaccordi sul Nove. “Parto dal presupposto che non c’è niente di male anzi, c’è tanto di bene a fare lavori come l’idraulico, il falegname o il muratore. Tutti i lavori possono diventare un’arte, anche quelli che apparentemente possono sembrare che non lo sono. Io sono nipote di due contadini da parte di madre, e di ferroviere da parte di padre. Ma non si può dire che studiare non è importante, anzi: studiare non è importante per citare le cose, lo studio è importante per il principio di autodeterminazione”.

E ancora: “Attraverso la conoscenza riesco a stabilire ciò che è bene, ciò che è male. Riesco a concretizzare le mie ambizioni. Se lei è un uomo che avuto un grande successo economico, potrebbe essere che suo figlio abbia condizioni per fare l’avvocato, il notaio, il costruttore. Ma potrebbe anche darsi che voglia fare qualcos’altro. Lì lo studio gli permetterà di prepararsi alla grande scuola della vita”. Ecco la sua lettera aperta a Flavio Briatore:

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