Sul tema dello stop al reddito di cittadinanza è intervenuto anche il giornalista e conduttore Luca Sommi, il quale intervenendo alla trasmissione “L’aria che tira estate” ha detto: “Renzi? Mi duole dover parlare di un signore che nel 2016 aveva giurato solennemente che se avesse perso il referendum si sarebbe dimesso dalla politica, l’avrebbe lasciata. Dopo tutti questi anni è ancora qui, Renzi è molto abile e capace di rimanere sulla cresta dell’onda, ma ha perso credibilità”.
“E in un momento storico come questo, il governo che ha fatto? Ha preso una decisione legittima: toglie ai poveri per dare ai ricchi. Toglie il reddito di cittadinanza a 169.000 famiglie e glielo comunichi con un SMS?! E poi sei contrario all’innalzamento del salario minimo z nove euro, ci sono persone in Italia che sono sulla soglia della povertà. Io sono convinto che Giorgia Meloni con le 169.000 persone che hanno perso il reddito interverrà: è servito solo cambiare il nome per mettere la bandierina politica sulla campagna elettorale che si è fatta” ha spiegato Sommi.
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Nel frattempo continuano le proteste in Italia per questo stop improvviso al Reddito di Cittadinanza. A Napoli c’è stata una manifestazione davanti alla sede dell’Inps, nella mattinata di oggi. Un gruppo di circa 200 persone si è radunato nella zona di Porta Capuana per poi muoversi in corteo in direzione del centro della città. I manifestanti, seguiti dalle forze dell’ordine, hanno esposto un grande striscione con la scritta: “Lavoro o non lavoro vogliamo campare. Lavoriamo uniti per il reddito universale. Giù le mani dal reddito”. Partecipano alla protesta precari storici e disoccupati organizzati di Napoli e durante il corteo vengono urlati slogan contro il governo. Sono circa 21mila, a Napoli e provincia, le famiglie che non percepiranno più il sussidio, 37mila in tutta la Campania.
“Lavoro o non lavoro vogliamo campare. Lavoriamo uniti per il reddito universale”. È uno degli slogan del corteo che vede sfilare a Napoli precari e disoccupati, mentre altri sono rivolti contro governo. Il corteo dei manifestanti è giunto in piazza Garibaldi e si è diretto verso la sede di Fratelli d’Italia, che si trova all’inizio di corso Umberto, dove si è fermato. Il portone d’ingresso della sede del partito della premier Meloni è stato protetto da tre camionette della polizia davanti alle quali c’erano due file di agenti in tenuta antisommossa. I manifestanti hanno cantato cori contro l’eliminazione del reddito di cittadinanza e contro la premier: “Reddito non c’è più, Meloni a testa in giù”. E poi slogan “Lavoro per tutti”, urlati dalla testa del corteo.
I manifestanti hanno proseguito e si sono fermati per pochi minuti davanti alla sede dell’Inps, in via Alcide De Gasperi. La tappa successiva del corteo è stato Palazzo San Giacomo, sede del Comune, presidiato dalle forze dell’ordine, dove è partito il coro “Assassini” per i mancati interventi per evitare l’abolizione del sussidio. La Prefettura partenopea è stata l’ultima tappa del corteo: davanti alla sede territoriale del governo sono stati esposti striscioni e gridati cori per il lavoro. Alcuni dei portavoce dei manifestanti hanno chiesto un incontro con un rappresentante della Prefettura. Il gruppo si è fermato in piazza del Plebiscito.