Ieri sera, durante la trasmissione “Dritto e Rovescio” condotta da Paolo Del Debbio, Luca Sommi ha espresso la sua opinione sul processo a Matteo Salvini relativo al caso Open Arms. Sommi ha sottolineato come la decisione di impedire lo sbarco dei migranti fosse un atto amministrativo piuttosto che una scelta politica.
“Si cerca di entrare in Italia illegalmente, il Ministero dell’Interno interviene, e questo è il punto. Salvini viene processato non per una scelta politica, ma per aver bloccato una nave con 147 migranti a bordo, giustificando l’azione con la presenza di possibili terroristi o delinquenti, quando invece la maggior parte erano minori, bambini e persone in condizioni disperate,” ha dichiarato Sommi.
Secondo Sommi, il conflitto si è trasformato in uno scontro tra la destra politica e la magistratura, con accuse di “giustizia a orologeria” e “magistratura politicizzata”. Ha poi aggiunto che è legittimo interrogarsi sulla gestione politica delle migrazioni, soprattutto in un momento in cui l’Europa e l’Italia affrontano un fenomeno di proporzioni storiche.
“Non si sta condannando Salvini per il suo ruolo politico, ma per un atto amministrativo che riguardava persone disperate, non terroristi,” ha proseguito. Ha poi ricordato che anche in altri casi, con esponenti del governo successivo come la Ministra Lamorgese, si sono verificati episodi simili senza generare alcun clamore mediatico o giudiziario.
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Sommi ha concluso con una riflessione sulla separazione dei poteri dello Stato e sul ruolo della magistratura, sottolineando la necessità di mantenere l’equilibrio tra le funzioni statali per evitare strumentalizzazioni politiche e garantire l’imparzialità delle istituzioni. “Non sono un magistrato, quindi non posso giudicare se la condanna sarà eccessiva o meno, ma è fondamentale che le funzioni dello Stato rimangano separate e rispettate,” ha chiosato.
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