Arriva una forte denuncia via social da parte dell’ex ministro dei trasporti del M5S, Danilo Toninelli. In un video postato su Instagram, infatti, l’ex senatore CinqueStelle ha smascherato il governo Meloni sulla questione dei morti sul lavoro. Sentite cosa ha detto: “La ministra del lavoro Calderoni del governo Meloni ha tagliato il fondo per le famiglie delle vittime sul lavoro. Un fondo che già era misero, di poche migliaia di euro, destinato ai familiari di una vittima sul lavoro. Gente disperata: che passa per la testa a questo governo? Ma tu, che li hai votati…” e poi il “vaffa” finale. Ma cerchiamo di capire cosa è successo nello specifico.
Toninelli parla del ridimensionamento del “Fondo di sostegno per le famiglie vittime di gravi infortuni” stabilito dal decreto 75/2023 firmato dalla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone. Il risarcimento consiste nella una tantum che l’Inail versa alle famiglie nel giro di poche settimane, in attesa dell’indennizzo che verrà poi fissato a valle delle procedure di verifica e amministrative sull’incidente. Insomma, l’esecutivo a caccia di risorse economiche per la tenuta dei conti pubblici, ha visto bene di attingere a un capitolo così sensibile come quello della lotta al “crimine di pace” delle morti sul lavoro.
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Ebbene, il ministero per gli infortuni avvenuti nel 2023 fissa un risarcimento minimo di 4.000 euro a famiglia (erano 6.000 euro lo scorso anno) e uno massimo di 14.500 (contro i 22.400 del 2022). La soglia minima riguarda il nucleo familiare composto da una sola persona (oltre alla vittima dell’infortunio), quella massima per famiglie con più di 3 “superstiti”, e la cifra all’interno di questa forchetta cambia in base al numero dei familiari (7.500 euro a fronte di 2 “superstiti”, 11mila euro se sono 3).
La reazione dei magistrati
Per “superstiti” si intendono innanzitutto coniugi e figli, mentre in loro assenza il risarcimento va a genitori, fratelli e sorelle: riguarda sia i lavoratori coperti dall’assicurazione Inail, sia quelli esclusi (ad esempio i militari, i vigili del fuoco, le forze di polizia, i lavoratori autonomi). L’una tantum viene erogata entro un mese dall’accertamento sommario dell’incidente e la domanda va presentata entro 40 giorni dalla data della morte del lavoratore.
Duro il commento del magistrato di Cassazione ed ex direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Bruno Giordano: “Coraggio e oltraggio sono le parole che mi vengono in mente. Ci vuole coraggio per piangere i morti sul lavoro e poi diminuire drasticamente l’una tantum per gli eredi. Ma è anche oltraggio a chi perde la vita e a chi resta. In un Paese che ha distribuito a pioggia i soldi del Pnrr, ad esempio con il bonus turismo o quello per l’edilizia, tagliare un già misero riconoscimento offende il senso stesso dello Stato e la dignità di chi lavorava e non è tornato a casa” si legge.