Stavolta è toccato al ministro della giustizia Nordio finire nell’occhio del ciclone per una battuta durante un incontro a Piazza Vittorio a Roma. Il Guardasigilli ne ha per tutti, perfino per il Quirinale e per chi contesta le sue idee. A partire dall’ultima trovata, modificare il concorso esterno in associazione mafiosa. “È un reato evanescente, un ossimoro. Va rimodulato”. E si becca subito la battuta dell’ex procuratore antimafia Piero Grasso: “Qui di evanescente c’è solo Nordio. Il quale dice che io vedo mafia dappertutto, peccato che lui non l’ha mai vista né quando faceva il pm, né adesso che fa il ministro”. E arriva la bocciatura di Federico Cafiero De Rao, deputato M5S: “Non c’è nessuna norma da modificare, la verità è che si tratta di un reato avversato da questa parte politica”.
Non basta, perché una pioggia di critiche sta cadendo su Nordio, come riporta Repubblica: lo bocciano il presidente del tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini, il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli e quello di Reggio Calabria Stefano Musolino, toghe che sanno bene cos’è il concorso esterno alla mafia. Ma Nordio finge di non saperlo. Lui è fatto così. Sottoscrive in pieno, come la sua premier, le fonti anonime di via Arenula, e insiste sul concorso esterno giusto alla vigilia del 19 luglio, il giorno tragico per l’Italia in cui nel 1992 saltò in aria Paolo Borsellino. Perché è da lì, da Falcone e Borsellino, che nasce il reato che punisce i fiancheggiatori di Cosa nostra. Meloni sarà a Palermo il 20 luglio.
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E si trova l’ennesima “nordiata” sul tavolo. Su cui Grasso è sferzante: “Glielo spiego io a Nordio, come se fosse un alunno delle elementari, cos’è il concorso esterno e faccio l’esempio del ‘palo’ in una rapina, il cui ruolo è determinante, pur non commettendo il fatto. Chi non è inserito strutturalmente nell’associazione mafiosa può fornire un contributo volontario, consapevole, concreto, specifico, condizione necessaria per raggiungere il piano criminoso. Un caso? L’imprenditore, colluso al punto da avere uno scambio continuo e diretto con il gruppo mafioso con l’obiettivo di fargli ottenere soldi e potere”.
Ha senso cambiare il reato? E che fine farebbero i processi in corso? Dice Cafiero: “Non c’è nessuna norma da modificare perché si tratta di una costruzione tecnico giuridica che discende dall’applicazione dei principi del concorso di persone nel reato, né si può pensare di escluderli per il 416bis perché ciò contrasterebbe con l’intero sistema penale. Volete la verità? Il concorso è avversato da questa parte politica”. Ecco la bocciatura di Morosini, per anni gip a Palermo. “Le preoccupazioni di Nordio dovrebbero tenere conto delle plurime pronunce delle sezioni unite della Cassazione. Sin dagli anni di Falcone la legittimità del concorso esterno ha consentito il controllo penale sulle forme più gravi di complicità alle cosche di importanti esponenti dei circuiti economico finanziari e politico istituzionali, nonché del mondo delle libere professioni”.
Nordio, la reazione della sorella del giudice Falcone
Anche la sorella di Falcone ha reagito in malo modo alle parole del monistro: “Uno schiaffo alla memoria e al lavoro di Giovanni”. E ancora: “Mi auguro che il Guardasigilli ci ripensi e si fermi”. Maria Falcone è un fiume in piena. Ecco la sua intervista a Repubblica:
La considera un’offesa grave?
“Sì, proprio così, la considero un’offesa gravissima perché ricordo bene il grande lavoro di Giovanni per arrivare a questo primo passo importantissimo per poter indagare sui fatti di mafia”.
Per entrare nell’area oscura, ma fondamentale delle connivenze con Cosa nostra.
“Mio fratello diceva sempre che la mafia non è solo composta dai famosi punciuti, coloro che firmano con il sangue il patto di appartenenza all’associazione, ma è proprio attraverso i rapporti che riesce a stabilire con tutta una fascia ambigua della società che crea la sua maggiore forza”.
Parliamo di tutti quelli che appoggiano e fanno i loro interessi favorendo quelli di Cosa nostra.
“Vorrei citare ancora mio fratello quando diceva che per vincere la mafia bisognava cambiare la società, crearne una nuova in cui venissero del tutto tagliati i rapporti con la mafia. Ecco perché parlava appunto anche di salto generazionale e di educazione dei giovani”.
Nordio definisce “evanescente” il reato di concorso esterno nell’associazione mafiosa.
“Nordio forse non conosce, o forse non ricorda le tante sentenze della Cassazione che hanno consolidato il reato rendendolo uno strumento fondamentale per tutti coloro che indagano sulla mafia. Mi auguro che il Guardasigilli ci ripensi e si fermi”.
Giusto alla vigilia dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino dal ministro arriva un segnale che, se diventasse operativo, potrebbe destabilizzare le indagini aperte in cui si contesta proprio il concorso esterno. Si rischia di mandare all’aria i processi?
“Sicuramente sì. E credo anche, e non vorrei ripetermi, che fare affermazioni del genere mi porta a chiedere se Giovanni e Paolo, dopo tanto lavoro e dopo tanto dolore, siano morti proprio invano. In tutti questi anni ho cercato di far vivere la memoria e il lavoro di mio fratello e di Paolo, sicura che questo fosse importante per la nostra società. Modificare adesso il concorso esterno significa terremotare i processi. E sarebbe un segnale negativo rispetto ai risultati raggiunti con tanti sacrifici in questi anni”.
Giuristi di destra e conservatori hanno sempre criticato il concorso esterno, adesso potrebbero averla vinta.
“Sarebbe una pietra tombale nella lotta alla mafia”.
Ci sono indagini aperte per scoprire che cosa avvenne veramente nelle stragi del 1992-1993 e quali furono le convergenze oltre Cosa nostra. Cambiare questo reato è funzionale a bloccare questo lavoro?
“Credo proprio di sì. Da tanti anni chiediamo una verità completa. Modificare adesso il concorso esterno significherebbe allontanare ancora di più una verità che ci viene negata da trent’anni”.
Qual è il suo messaggio a Nordio?
“Giovanni diceva che ognuno di noi deve fare la sua parte, piccola o grande che sia. Mi auguro che Nordio faccia la sua, perché anche lui deve dare il suo contributo nella lotta alla mafia”.