Manovra, batosta del governo sulle pensioni: ecco cosa hanno combinato

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Imbarazzo della Lega dopo la Manovra: ecco la "sorpresa" ai cittadini sulle pensioni.

Ieri il governo ha dato il via libera alla manovra. Tra le altre cose c’è la riduzione del canone Rai di 20 euro, il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento dei primi due gradini dell’Irpef. Inoltre, la possibilità per milioni di partite Iva e autonomi di dilazionare il pagamento del maxi acconto di novembre per evitare di dover affrontare onerose richieste di prestiti bancari. Ma c’è dell’altro.

Fino al finanziamento (ancora esattamente da quantificare nei numeri) dell’opera a cui Salvini affida la sua immagine a lungo termine: il Ponte sullo Stretto. Il ministro dei Trasporti ci contava al punto da aver già convocato una riunione al Mit sull’argomento.

Poi c’è il nodo delle pensioni. Giancarlo Giorgetti ha messo la mani avanti: «Non è una quota 104 piena». Il mantenimento della quota 103 anche per l’anno venturo non è riuscito, ma Salvini per tutto il giorno ha ripetuto ai suoi che «il superamento della legge Fornero è un obiettivo di legislatura», non quindi da attendersi in manovra. Il che varrebbe anche per la flat tax. E così, «sui pensionamenti anticipati ci saranno delle forme restrittive rispetto al passato».

I punti di imbarazzo di questa Manovra

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Il tema delle pensioni rappresenta un nodo cruciale all’interno della manovra. Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che la quota 104 non sarà completamente implementata, e il mantenimento della quota 103 per il prossimo anno non è stato possibile. Tuttavia, Salvini ha enfatizzato che il superamento della legge Fornero rimane un obiettivo da perseguire nell’arco dell’intera legislatura, anziché essere affrontato direttamente tramite la manovra. Inoltre, si prevede che ci saranno restrizioni significative per i pensionamenti anticipati rispetto al passato, il che riflette l’attenzione alla serietà e alla responsabilità nell’elaborazione della manovra.

Ma la clessidra si svuota anche per l’approvazione del Mes. Ieri Salvini ha risposto sull’atteggiamento della Lega in modo tranciante: «Se e quando sarà approvato, lo scoprirete in Parlamento». Ma attenzione: chi gli è vicino spiega che nella frase non c’è altro intento se non quello di «eludere la domanda per non mettere in difficoltà la premier». E il segretario azzurro Antonio Tajani fa notare che «il tema delle pensioni era un impegno che avevamo preso con Berlusconi sin dalla nascita del governo.

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