Ieri sera si è disputata la consueta partita fra Milan e Monza (vinta dai rossoneri ai rigori) per il Trofeo Berlusconi. Quest’anno l’evento è stato intitolato direttamente a Silvio e un po’ a sorpresa si sono presentati quasi tutti i suoi più cari affetti, allo stadio, compresa l’ultima compagna Marta Fascina. Si è seduta in tribuna autorità e accanto a lei c’era un posto vuoto, occupato da una maglia numero 1 intitolata proprio a Silvio Berlusconi. Ricordiamo che dal 12 giugno non era quasi mai più uscita di casa. Chiusa nel suo lutto ad Arcore, la residenza che il Cavaliere le ha lasciato. Ieri sera è stata la sua prima uscita pubblica. La prima edizione del trofeo Silvio Berlusconi, che ha visto in campo Monza contro Milan, non è stato solo «un omaggio a Silvio che ha sempre amato i colori rossoneri», come ha ricordato Paolo Scaroni, presidente del Milan. È stata anche (e forse soprattutto) per lei la conferma di una unità familiare dopo le polemiche sul lascito di 100 milioni di euro contenuto nel testamento di Berlusconi.
A dispetto di quello che pensano in molti, la deputata di Forza Italia infatti è diventata una di famiglia. Camminava mano nella mano con Marina, la figlia prediletta, durante i funerali di Silvio. Ieri era accanto agli altri due figli del Cavaliere: Pier Silvio e Luigi. Con loro si scambiava sguardi di affetto e complicità. Seppur a qualche metro di distanza, la presenza di Marta insieme alla famiglia nella tribuna dello stadio brianzolo ha messo un freno alle polemiche nate dopo l’apertura del testamento del Cavaliere.
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Come riporta oggi il Messaggero, Marta Fascina è arrivata allo stadio da sola e accompagnata da due persone dello staff del Monza. I capelli tirati in una lunga coda di cavallo, casual in un abito lungo blu di seta e scarpe da ginnastica bianche. Nessun gioiello vistoso. Ad eccezione di due bracciali oro e brillanti che sembrano riportare i loro nomi intrecciati. Uno stile castigato, come piaceva a Silvio che l’aveva resa una perfetta (ed elegantissima) first lady. Spesso sceglieva designer di alto livello, come Alessandra Rich, la stilista milanese, naturalizzata inglese, che veste tra le altre anche Kate Middleton. È sempre stata al suo posto, ha accennato a qualche sorriso, non ha voluto strafare. Marta ha deciso di ritagliarsi non un ruolo politico ma quello della vestale, della fedele custode – insieme ai figli del Cav – della memoria personale di Silvio.
Qualche settimana fa, dopo giorni e giorni di silenzio, era riapparsa sui social con uno stato di Whatsapp dove scriveva: «Per raggiungerti ci vorrebbero le ali perché tu, amore mio, sei molto in alto, in un cielo azzurro dove c’è pace e amore, fiori che crescono ovunque…. Allungo la mano, vorrei toccare la tua ma non riescono a congiungersi. Mi manchi amore mio, Diooooo se mi manchi!”. Una frase che, assicura chi conosce bene Marta, a lei piace infinitamente e da sempre, da prima che conoscesse il suo Silvio. Il “Diooo se mi manchi”, frase finale e suggello del messaggio, rientra nella devozione cristiana di Marta.
Ieri, raccontano, non si sarebbe mai persa il primo evento in memoria del suo amore perduto. Sugli spalti, per assistere al match tra Monza e Milan, con lei c’era anche Luigi, il figlio più piccolo, e Pier Silvio che del ricordo pubblico di suo padre ne ha fatto ormai una missione. Apparso visibilmente emozionato durante i discorsi di Adriano Galliani, ad del Monza, e Paolo Scaroni, presidente del club rossonero. «Per noi è una serata davvero emozionante, mio papà era un grande uomo di sport e ha sempre amato il suo Milan e il suo Monza. Ci ha abituato a dei miracoli e questa è una cosa bella che non va dimenticata. Siamo emozionati, ma l’affetto della gente è una delle sensazioni più belle. Per noi figli questo affetto è una cosa bellissima, è una prova della grandezza di mio padre, ma ancora di più dell’umanità e dell’amore che ha dato allo sport, all’Italia e agli italiani».