Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che anche se un presidente firma le leggi, questo non significa che le condivida.
Il presidente della Repubblica Mattarella ha fatto un discorso molto importante che riguarda il suo ruolo: “Quando il presidente promulga le leggi non significa che le condivida. A volte può trovarsi d’accordo nella sostanza e in qualche caso no; ma se il Parlamento si pronuncia, se la Costituzione non viene espressamente violentata, se insomma tutto appare formalmente in ordine il capo dello Stato deve dare via libera. Non può fare altro. È obbligato in quanto, se rifiutasse di mettere la firma, si comporterebbe come un sovrano”. E «fortunatamente» sovrano un presidente non è, precisa Sergio Mattarella, intervenuto durante un incontro con i dirigenti della Casagit, la Cassa di assistenza integrativa dei giornalisti. Trovate il video in fondo all’articolo.
Il senso delle parole di Mattarella
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In Italia, la Repubblica oggi si distingue per una chiara divisione dei poteri, un principio fondamentale che, purtroppo, viene talvolta messo alla prova. Sergio Mattarella, attuale capo dello Stato, sembra essere giunto al limite delle continue interferenze che coinvolgono sempre di più il Quirinale, sia da parte della destra (incluso il governo) che della sinistra. Di fronte a questa situazione, Mattarella si è trovato costretto a una chiara affermazione di diritto costituzionale, sottolineando la necessità che la sua figura non venga strumentalizzata e che venga rispettata la separazione dei poteri, come stabilito dalla Costituzione.
Durante un incontro con la Casagit, l’assistenza integrativa dei giornalisti italiani, il Presidente ha difeso con fermezza la libertà di stampa, definendola “fondamentale” per il mantenimento della democrazia. Queste parole sono particolarmente significative in un contesto nazionale turbato dallo scandalo degli accessi illegali ai dati personali. In aggiunta, Mattarella ha sottolineato l’importanza che la stampa svolga il proprio lavoro con lealtà e responsabilità.
Tuttavia, il fulcro del messaggio presidenziale è stato dedicato a ridefinire il proprio ruolo, il quale sembra essere stato distorto a piacimento dai partiti politici, minando l’immagine pubblica di “arbitro” che il Presidente ha cercato con impegno di mantenere sin dall’inizio del suo mandato. Mattarella ha chiarito il suo ruolo istituzionale, ricordando che il Presidente della Repubblica non è un sovrano e non ha il potere di condividere o approvare le leggi secondo il proprio giudizio personale. È stata fatta un’importante distinzione rispetto al passato, quando il re aveva il potere legislativo e doveva approvare le leggi prima della loro promulgazione.
Il Presidente ha anche evidenziato la frequente confusione riguardante il suo ruolo, spesso invocato con motivazioni diverse e talvolta conflittuali. Alcuni chiedono con veemenza di non firmare una legge perché non la condivide, mentre altri interpretano la firma come un’approvazione e una condivisione. Queste parole mettono in luce la frustrazione del Quirinale nel doversi costantemente immischiare nelle dispute tra partiti politici, essere usato per legittimare le decisioni del governo e, in alcuni casi, essere dipinto come capo dell’opposizione. Queste puntualizzazioni sono significative, specialmente nel contesto della promulgazione del provvedimento controverso che istituisce la Commissione parlamentare sul Covid, criticato da molti come un processo politico nei confronti dell’intera classe dirigente.