Nell’ultimo episodio del programma “Dimartedì” su La7, Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, si è scagliato contro il governo guidato da Giorgia Meloni. Durante la trasmissione, ha criticato la recente manovra di bilancio del governo, accusando la presidente del Consiglio di portare avanti politiche a vantaggio delle grandi imprese e delle banche, trascurando i lavoratori e le fasce più deboli della popolazione. Le sue parole hanno suscitato reazioni in tutta Italia, facendo riflettere sull’attuale crisi economica e sociale del Paese e sulle crescenti disuguaglianze.
La Denuncia di Landini: “Basta Dire Balle”
Landini ha iniziato il suo intervento criticando l’approccio del governo Meloni. Dopo un incontro di sei ore con la premier, ha dichiarato: “È ora di smetterla di raccontare bugie e di fare pura propaganda elettorale. È il momento di dire le cose come stanno, basta dire balle”. Il leader della Cgil ha infatti sostenuto che il governo abbia già preso le proprie decisioni prima di coinvolgere i sindacati nel dibattito, accusando Meloni di aver convocato i rappresentanti dei lavoratori solo come atto di facciata. “Abbiamo chiesto delle modifiche alla manovra, ma non abbiamo ricevuto risposte concrete,” ha affermato.
Uno dei punti più critici della manovra, secondo Landini, è l’apparente mancanza di fondi per sostenere le politiche sociali. Meloni e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno ripetuto più volte che le risorse disponibili sono limitate, ma Landini non è d’accordo. Secondo il sindacalista, infatti, “i soldi ci sono”, e potrebbero essere recuperati attraverso un serio contrasto all’evasione fiscale. “Nel 2022 e nel 2023, le 200 più grandi aziende, banche e assicurazioni italiane hanno generato 132 miliardi di euro di utili. Di questi, l’80% è stato distribuito in dividendi, senza che venisse reinvestito nell’economia del Paese,” ha spiegato.
Profitti Aumentano, Lavoratori Penalizzati
La denuncia di Landini non si è limitata solo alla gestione dei fondi pubblici, ma ha toccato anche il tema della tassazione. “Il costo del lavoro è diminuito del 12%, mentre i profitti sono aumentati del 14%. Ma il governo non fa nulla per tassare i profitti e gli extra-profitti, preferisce chiedere prestiti alle banche,” ha affermato. Landini ha anche sottolineato le disparità nel sistema fiscale italiano: “Le aziende pagano il 24% sui profitti, mentre i lavoratori dipendenti possono arrivare a pagare fino al 43%. Vi sembra giusto? È una scelta politica non andare a prendere i soldi dove sono”.
Le parole di Landini fanno eco a una crescente insoddisfazione tra i lavoratori italiani, molti dei quali faticano ad arrivare a fine mese, anche a causa della stagnazione dei salari e dell’aumento dei costi della vita. I dati forniti dal segretario generale della Cgil mettono in evidenza una questione di fondo: il sistema economico sembra premiare le grandi imprese e penalizzare i lavoratori, creando un divario crescente tra chi ha molto e chi ha poco.
Invito alla Rivolta Sociale
Durante l’intervista, Landini ha lanciato un appello alla “rivolta sociale”, invitando i cittadini a ribellarsi contro le ingiustizie. “Di fronte alle disuguaglianze e alle ingiustizie, non si può voltare lo sguardo altrove. È arrivato il momento di unirsi e lottare per cambiare questa situazione,” ha dichiarato. Landini ha fatto appello al senso di solidarietà e responsabilità collettiva, sottolineando che il cambiamento non può avvenire senza la partecipazione di tutti.
“Non si può essere liberi se sei precario, se non arrivi alla fine del mese, se muori sul lavoro, se la sanità non funziona. Queste cose accadono perché ci sono delle ingiustizie. Mi auguro che le persone si uniscano per cambiare la situazione,” ha affermato. Le sue parole hanno sollevato il tema della precarietà e della mancanza di sicurezza sociale, sottolineando come queste condizioni limitino la libertà e la dignità dei cittadini.
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Il Richiamo alla Lotta Pacifica
Di fronte alle dichiarazioni di Landini, il conduttore Giovanni Floris ha chiesto se il suo appello alla rivolta sociale potesse essere interpretato come un incitamento alla violenza. La risposta del leader della Cgil è stata chiara e decisa: “Mai con la violenza. Se in Italia sono stati sconfitti fascismo, nazismo e terrorismo, è perché il movimento dei lavoratori ha sempre combattuto pacificamente. Lezioni da loro, che usano la violenza come strumento di governo, non le accettiamo”.
Landini ha poi spiegato che la sua idea di “rivolta sociale” è una partecipazione attiva dei cittadini, una presa di coscienza collettiva contro le ingiustizie, che si attua attraverso strumenti democratici, nel rispetto della Costituzione italiana. “Io non voglio tornare a quel passato, ma proprio per questa ragione è importante parlare di rivolta sociale: non è violenza, è solidarietà,” ha ribadito.
Una Situazione in Evoluzione
Le parole di Landini hanno trovato risonanza in un clima politico già teso, in cui anche altre figure della sinistra italiana, come Elly Schlein e Pier Luigi Bersani, hanno espresso critiche nei confronti del governo. Schlein, ospite su La7, ha sollecitato un’indagine sulle dichiarazioni di Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, che ha apertamente parlato di “acquisto di voti”. Bersani ha invece criticato Elon Musk per le sue dichiarazioni sui giudici italiani, difendendo l’indipendenza della magistratura e la Costituzione.
Landini, con la sua chiamata alla mobilitazione sociale, ha riportato al centro del dibattito politico la questione delle disuguaglianze e delle ingiustizie economiche e sociali. Le sue parole risuonano come un richiamo alla necessità di un cambiamento profondo nel Paese, che possa restituire dignità e sicurezza a tutti i cittadini.
L’Italia sembra trovarsi a un bivio: da una parte un sistema economico che favorisce i profitti delle grandi imprese, dall’altra una crescente insoddisfazione tra i lavoratori e i cittadini comuni. Il futuro appare incerto, ma le parole di Landini lasciano un messaggio chiaro: solo attraverso l’unione e la solidarietà si può sperare di superare le sfide del presente e costruire un Paese più giusto.
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