Medio Oriente, Conte: “Il più ingiusto torto non può essere riparato dalla più feroce rappresaglia” VIDEO

Durante le audizioni alle commissioni congiunte Esteri e Difesa di Camera e Senato, il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha lanciato un duro monito sulla crisi in Medio Oriente, sottolineando l’importanza di rispettare il diritto internazionale umanitario e criticando l’atteggiamento del governo italiano.

“Noi, oggi, dobbiamo denunciare con fermezza le violazioni del diritto internazionale umanitario, dovunque accadano”, ha dichiarato Conte. “Anche il più ingiusto torto non può essere riparato dalla più feroce rappresaglia”. Nel suo discorso, Conte ha sottolineato come il principio della tutela della sovranità internazionale debba essere rispettato da tutti, compreso Israele: “Non possiamo accettare attacchi distruttivi che non distinguono i terroristi dai civili inermi, donne e bambini.”

Rivolgendosi all’esecutivo italiano, Conte ha espresso il bisogno di una posizione chiara sulla crisi in Medio Oriente: “L’esecutivo non ci fornisce delle linee di indirizzo politico chiare sulle situazioni di crisi internazionale, in particolare per il conflitto in Medio Oriente”, ha affermato. “Una posizione chiara significa sì condannare Hamas e Hezbollah, ma essere altrettanto espliciti nei confronti di Israele.” Ha inoltre criticato l’astensione dell’Italia all’ONU, evidenziando come questo comprometta la credibilità del Paese come interlocutore nei negoziati internazionali.

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Conte si è detto “scioccato” dall’intervento del premier israeliano Benjamin Netanyahu all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Facendo riferimento alle parole di Netanyahu, che ha definito il 7 ottobre un “tentativo di olocausto”, Conte ha commentato: “Se il 7 ottobre è stato un tentativo di olocausto, allora cosa è successo a Gaza nei dodici mesi successivi?”

Infine, l’ex presidente del Consiglio ha ribadito l’importanza di mantenere un tessuto di dialogo internazionale: “Se non cerchiamo di mantenere un dialogo, sarà solo guerra, guerra”, ha concluso, lanciando un appello per una maggiore responsabilità e impegno nella ricerca della pace.
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