In questi giorni è tornato a parlare anche Mario Draghi. L’ex presidente del consiglio ha detto che il tempo stringe per cambiare il Patto europeo di Stabilità e Crescita. L’intesa va trovata entro fine anno, altrimenti il rischio è il ritorno dei vecchi vincoli, quelli messi in congelatore con l’epidemia di Covid, per dare modo agli Stati di affrontare le conseguenze economiche della pandemia. Parola di Mario Draghi, che esorta le cellerie europee e l’Eurozona a darsi «nuove regole e più sovranità condivisa». Occorre quindi rivedere il Patto di Stabilità e Crescita è il succo di un’intervento del presidente del Consiglio sull’Economist.
«Tornare passivamente alle vecchie regole fiscali, sospese durante la pandemia, sarebbe il peggior risultato possibile», ha spiegato Draghi delineando la ricetta per affrontare «una serie di sfide sovranazionali che richiederanno ingenti investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione». L’alternativa è il serio rischio che l’Unione europea non riesca a raggiungere i suoi «obiettivi climatici, non riesca a garantire la sicurezza richiesta dai suoi cittadini e perda la sua base industriale a vantaggio di regioni che si impongono meno vincoli».
Draghi entra quindi nel dibattito sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita, oggetto di trattativa tra le cancellerie europee, con l’auspicio di trovare un’intesa prima della fine dell’anno. In caso contrario nel 2024 torneranno in vigore le vecchie regole e i relativi vincoli, congelati per far fronte alle ricadute economiche della pandemia. In realtà le parole dell’ex presidente della Bce, l’uomo del “whatever it takes” che salvò l’Eurozona dalla crisi del debito sovrano, non sono un novità. Già quando era a Palazzo Chigi e in successivi interventi aveva pronunciato concetti molto simili.
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Questa volta c’è la tempistitica di mezzo. In parte l’uscita di Draghi è un assist al governo di Giorgia Meloni ala vigilia di una manovra di bilancio che gioco forza si annuncia «prudente» perché le risorse da spendere sono limitate. Lunedì 11 settembre ci si sono messe anche le stime di crescita. L’economia europea ha perso slancio, per usare le parole del commissario Ue agli Affari europei, Paolo Gentiloni.
La Commissione ha rivisto a ribasso le stime di crescita per l’anno in corso e il prossimo. I pil dell’Eurozona per il 2023 è stato ridimensionato di qualche punto decimale, passando dal +1,1% atteso delle previsioni di primavera al +0,8%. Stessa dinamica si dovrebbe ripetere per il 2024, con un pil al +1,3% (da +1,6%). Anche per l’Italia la crescita attesa è stata ridimensionata al +0,9% per il 2023 (da +1,2%) e +0,8% nel 2024 (da +1,1%).
Per Di Battista la Meloni è Draghi “mascherata”. Non solo, secondo l’ex deputato del M5S, Draghi continua a chiedere armi per l’Ucraina, ma fa il gioco degli americani, che è anche quello della Meloni. “Sono la stessa cosa, ragazzi” avverte Dibba nel suo video. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: fare il gioco degli Usa e della NATO, allontanarci dal commercio con la Cina (la via della seta) e dividere ancora di più il mondo in due grandi fazioni.
Ecco il video completo di Di Battista sui suoi canali social: