“MI Stai minacciando?” Scoppia la rissa dentro Fdi alla Camera – IL RETROSCENA

Il recente scontro all’interno di Fratelli d’Italia ha fatto emergere tensioni latenti che minacciano di scuotere le fondamenta del partito, mettendo in luce un intreccio complesso di relazioni personali e giochi di potere. La scena della lite tra Antonella Giuli e Federico Mollicone nel Transatlantico di Montecitorio, sebbene apparentemente una questione minore, ha scatenato una serie di reazioni a catena che potrebbero avere ripercussioni significative per il governo Meloni.

Il contesto della lite: dissidi personali e giochi di potere

Il confronto tra Antonella Giuli, giornalista e sorella del ministro della Cultura Alessandro Giuli, e Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura, ha avuto luogo in un momento di particolare tensione politica per Fratelli d’Italia. Secondo le ricostruzioni, Antonella ha accusato Mollicone di aver parlato con un giornalista, provocando una risposta aspra da parte del deputato. Il battibecco ha assunto toni ancora più accesi quando Mollicone ha avvicinato Antonella, chiedendole se lo stesse minacciando. Questo episodio non solo ha messo in luce i conflitti personali all’interno del partito, ma ha anche sollevato questioni su lealtà e rapporti di forza tra i membri di FdI.

La vicenda Spano e l’accusa di “pederastia”: la frattura interna si amplia

L’episodio tra Antonella Giuli e Mollicone non è avvenuto in un vuoto, ma in un clima già teso a causa della situazione di Francesco Spano. Quest’ultimo, vicino al ministro Giuli, è finito al centro di polemiche dopo la diffusione di messaggi nelle chat del partito che lo accusavano di avere una relazione con un altro membro di Fratelli d’Italia. A peggiorare la situazione, un dirigente romano del partito avrebbe definito Spano come un “pederasta”, suscitando indignazione e spingendo lo stesso dirigente a dimettersi dall’incarico. La questione è stata trattata con particolare rilievo in alcune chat del Dipartimento Famiglia, dove alcuni membri del movimento pro-vita hanno criticato la nomina di Spano e l’influenza esercitata da Giuli in tal senso.

La posizione di Alessandro Giuli: un ministro sotto pressione

L’impatto di queste tensioni interne è arrivato anche sul tavolo del ministro della Cultura Alessandro Giuli. Già considerato da alcuni come una figura controversa all’interno del partito, le recenti vicende non hanno fatto altro che aumentare la pressione su di lui. Durante il Question Time alla Camera, Giuli ha evitato di affrontare direttamente le accuse, mantenendo una posizione prudente, consapevole che la situazione potesse degenerare in un colpo fatale per la sua carriera politica. Le sue dimissioni, richieste da una parte del partito, sono viste come una possibilità concreta che potrebbe minare la stabilità del governo Meloni.

La difesa di Giorgia Meloni nei confronti del ministro è stata fino ad ora ferma, ma ci sono segnali che indicano una crescente difficoltà a sostenere la sua posizione. La nomina di Marco Carnabuci, marito di Spano, confermata al Maxxi proprio da Giuli, è diventata un punto di contesa, percepita come una mossa poco oculata che potrebbe trasformarsi in un boomerang per il governo.

Il ruolo di Arianna Meloni e i sospetti su Gennaro Sangiuliano

Dietro le quinte, emerge anche il nome di Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio e figura influente all’interno di Fratelli d’Italia. Si sospetta che ci sia un suo coinvolgimento nella vicenda, o quanto meno nella gestione della crisi interna. Alcuni osservatori suggeriscono che le “alte cariche nel partito” menzionate da Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, facciano riferimento proprio a lei e ad altri leader di spicco.

Un altro aspetto degno di nota è la speculazione sul ruolo di Gennaro Sangiuliano, con cui Alessandro Giuli avrebbe un rapporto teso. Si vocifera che dietro la prossima puntata di Report ci siano informazioni mirate a danneggiare ulteriormente la figura del ministro della Cultura. La trasmissione di inchiesta avrebbe infatti raccolto dettagli che potrebbero far luce su presunti conflitti di interesse e sul legame tra Spano e Carnabuci.

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La strategia di difesa del partito: minimizzare e resistere

In mezzo a questo intricato scenario, la leadership di Fratelli d’Italia ha adottato una strategia che punta a minimizzare le polemiche e a respingere le accuse come parte di una campagna orchestrata dalla sinistra. Alcuni membri del partito hanno espresso preoccupazione per il futuro del governo, affermando che se Giuli dovesse essere costretto a dimettersi, l’intero esecutivo potrebbe vacillare. “Se va a casa lui, andiamo a casa tutti”, ha dichiarato un ministro del partito, evidenziando la percezione che l’attuale crisi politica sia ben più grave di quanto appaia.

Al momento, l’indicazione sembra essere quella di resistere e non cedere alle pressioni. Tuttavia, il rischio di ulteriori “gaffe” o di nuove rivelazioni potrebbe costringere Palazzo Chigi a rivedere la propria posizione. La figura di Alessandro Giuli appare infatti come un “corpo estraneo” in Fratelli d’Italia, e per alcuni sarebbe preferibile sostituirlo per evitare ulteriori imbarazzi. La possibilità di un commissariamento del ministero, ipotesi respinta dallo stesso Giuli, è ancora sul tavolo come misura estrema.

L’intera vicenda rappresenta un banco di prova per Giorgia Meloni e la sua capacità di mantenere coesa la coalizione di governo. La questione non riguarda solo la permanenza di Giuli al ministero della Cultura, ma ha implicazioni più ampie per la tenuta politica di Fratelli d’Italia e del governo stesso. Le dimissioni o la rimozione di Giuli costituirebbero un’ammissione di debolezza che potrebbe alimentare ulteriormente le divisioni interne e offrire all’opposizione un pretesto per attaccare il governo.

Resta da vedere se Giorgia Meloni riuscirà a gestire la crisi senza sacrificare un pezzo importante del suo esecutivo o se sarà costretta a rivedere la sua strategia. Quello che è certo è che le tensioni interne a Fratelli d’Italia sono tutt’altro che risolte, e i prossimi sviluppi potrebbero risultare decisivi per il futuro del governo Meloni.

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