Migranti, i dati Youtrend che inguaiano il governo Meloni: ecco quanti ce ne sono stati in Italia

Come riporta oggi Youtrend, ad agosto 2023 gli sbarchi in Italia sono tornati ai livelli del 2016, toccando quota 114 mila tra gennaio e agosto. Nello stesso periodo nell’anno precedente, il 2022, erano sbarcate 57 mila persone. Il numero di sbarchi, raddoppiato nell’ultimo anno, mostra un trend ascendente dal 2019, anno in cui si è toccato il minimo con appena 11 mila persone arrivate in Italia via mare.

L’aumento degli sbarchi è distribuito nel corso di tutto l’anno, come si nota dal confronto mese per mese con il 2022. Nel mese di marzo sono arrivate in Italia dieci volte le persone che erano sbarcate nel 2022. Il mese di maggio è invece l’unico periodo in cui gli sbarchi sono stati maggiori nel 2022 rispetto al 2023, ma solo per poche centinaia di persone.

I paesi di provenienza sono variati nel corso del tempo. Al 31 agosto 2023, Guinea e Costa d’Avorio sono i primi due paesi di origine. Le persone che dichiarano questa provenienza sono rispettivamente 13052 e 12763. Sono in calo invece le migrazioni dalla Tunisia: rispetto al 2022, nel 2023 sono sbarcate circa 9 mila persone in meno.

Intanto l’Adnkronos riporta che la tregua è finita a Lampedusa. Dopo uno stop agli sbarchi di migranti durato cinque giorni, complici le cattive condizioni del mare, sono ripresi gli approdi sulla più grande delle Pelagie. Cinque le carrette del mare intercettate a partire dalla mezzanotte, alle quali se ne aggiungono altrettante rintracciate nelle ore immediatamente precedenti dagli uomini della Guardia costiera e della Guardia di finanza.

A bordo complessivamente 509 persone, che si aggiungono ai 142 arrivate ieri pomeriggio sull’isola su un vecchio peschereccio scortato sino al molo Favaloro. Tra loro anche 5 donne e 10 minori. Per tutti, dopo un primo triage sanitario, è stato disposto il trasferimento nell’hotspot di contrada Imbriacola, tornato rapidamente a riempirsi. Nella struttura, dove, dopo i maxi trasferimenti dei giorni scorsi disposti dalla Prefettura di Agrigento d’intesa con il Viminale, erano rimasti 19 ospiti, ci sono al momento 528 persone.

Il grafico del silenzio di Matteo Salvini sugli sbarchi

In questi mesi il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha scelto una strategia precisa per commentare quanto sta accadendo: il silenzio. In tutto il 2023, infatti, il leader della Lega ha pubblicato su Twitter (il social network che ha cambiato nome in X) solo sei tweet dedicati all’immigrazione. Per avere un ordine di paragone, in tutto il 2022 erano stati 123 e nel 2020, anno record, 805: più di due al giorno.

Come mostra il grafico, da quando la Lega è tornata alla guida del Paese, entrando a febbraio 2021 nel governo Draghi, Salvini ha ridotto parecchio la sua comunicazione contro l’immigrazione, nonostante il numero degli sbarchi sia via via aumentato, tornando oggi con il governo di centrodestra ai livelli del 2016. Nella nostra analisi abbiamo considerato Twitter perché è il social network che negli ultimi dieci anni il leader della Lega ha usato di più per rilanciare ogni giorno le sue interviste sui giornali e in tv, e le promesse del suo partito. Abbiamo poi conteggiato tutti i tweet contenenti almeno una volta le parole “sbarchi”, “immigrati”, “migranti”, “clandestini” e “clandestina”, aggettivo spesso associato da Salvini a «immigrazione» e «invasione».

Nel grafico si vede che tra il 2017 e il 2020, nonostante il basso numero di sbarchi rispetto agli anni precedenti, Salvini ha fatto leva sull’immigrazione nella sua comunicazione sui social. Da un lato, durante il primo governo Conte supportato dalla Lega, l’allora ministro dell’Interno Salvini ha spesso rivendicato i provvedimenti del governo contro le navi Ong, sintetizzati con lo slogan dei “porti chiusi”. Dall’altro lato, durante il secondo governo Conte, una volta tornato all’opposizione Salvini ha criticato l’operato dell’allora ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, facendo anche dichiarazioni scorrette sull’arrivo dei migranti e la diffusione del coronavirus.

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