Il patto sui migranti firmato da Italia e Albania è l'ennesima fregatura per i cittadini. Ecco quanto costerà di soldi pubblici.
Il 6 novembre, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato la firma di un protocollo d’intesa tra Italia e Albania in tema di gestione dei flussi migratori. Questo accordo comprende un documento di 9 pagine contenente 14 articoli, con una durata di 5 anni, rinnovabile per altri 5, a meno che una delle parti non comunichi entro 6 mesi la sua intenzione di non rinnovarlo. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha dichiarato che l’accordo “non richiederà l’approvazione delle Camere”, in quanto si tratta di una forma di collaborazione rafforzata già prevista dagli accordi internazionali precedentemente sottoscritti dai due paesi.
Cosa prevede il patto
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Con questa firma, l’Albania consente all’Italia di utilizzare il porto di Shengjin e l’area di Gjader per istituire due centri di gestione per l’ingresso, l’accoglienza temporanea, la valutazione delle richieste d’asilo e, se necessario, il rimpatrio dei migranti soccorsi in mare da navi italiane (non appartenenti a Ong). Ma quanto costerà la gestione di questi centri? Entro 90 giorni dall’entrata in vigore del protocollo, l’Italia dovrà versare all’Albania 16,5 milioni di euro come contributo forfettario. Considerando la durata quinquennale dell’accordo, questa somma potrebbe raggiungere gli 82 milioni di euro, rinnovabili per altri 5 anni.
Inoltre, è previsto un fondo di garanzia pari a 100 milioni di euro, da versare su un conto corrente. Alcune fonti albanesi menzionano anche la discussione su “milioni di euro destinati alle pensioni di circa 500.000 albanesi in Italia”, anche se il primo ministro albanese, Edi Rama, ha smentito questa affermazione. Negli anni successivi al primo, il governo albanese invierà semestralmente all’Italia un elenco delle spese, chiedendo il rimborso. Le prime informazioni verranno fornite entro il 15 marzo, e la seconda lista entro il 15 settembre.
Quanto costerà
Il Corriere della Sera riporta che i rimborsi per le spese a Tirana saranno depositati in un conto corrente specifico presso la Tesoreria di Stato albanese. Queste spese copriranno una vasta gamma di costi, tra cui l’impiego di forze armate e forze di polizia per garantire la sicurezza esterna dei centri, spese per l’assistenza medica (farmaci, vaccini, attrezzature mediche), mezzi di trasporto, carburante e spese legali.
In breve, l’Italia sarà responsabile della costruzione dei due centri per i migranti, oltre all’allestimento di strutture d’ingresso in territorio albanese e strutture sanitarie per la prima accoglienza. Inoltre, dovrà finanziare le strutture dedicate al personale albanese preposto alla sicurezza esterna dei centri e sostenere i costi relativi al trasferimento dei migranti e al rimpatrio di quelli che fuggono in territorio albanese.