Mulè asfaltato da Scanzi durante la puntata di Piazzapulita: cosa è successo in diretta – IL VIDEO

C'è stato un acceso botta e risposta durante l'ultima puntata di Piazzapulita. Il video.

Durante la puntata di Piazzapulita, Mulè di Forza Italia a un certo punto ha detto a Scanzi: “Ma se stai su Rete 4!” E l’altro: “Ti do una notizia, siamo su Rete4 perché ci hanno cacciato da Rai3!”. Il riferimento è ovviamente al fatto che la Rai sia politicizzata dal centrodestra di governo, in questo frangente. Gli ospiti, ma anche il conduttore Corrado Formigli, fanno notare all’esponente di Forza Italia che già Mediaset è dei Berlusconi (quindi spostata a destra), ora anche la Rai… Sono poche le tv rimaste indipendenti, gli fa notare Formigli. “Vabbè, ma è solo la Rai” replica Mulè sotto gli occhi stupiti di tutti. Ma come “solo” la Rai? È pur sempre la tv di Stato.

Il dibattito in diretta

Tra l’altro in queste ore è uscito fuori che la Rai di Meloni si fa pure il sindacato di destra. L’idea, si racconta nei corridoi di Viale Mazzini, è venuta al direttore generale Giampaolo Rossi, il luogotenente di Giorgia Meloni in Rai che da mesi studia da amministratore delegato: fondare un nuovo sindacato interno, trainato da Fratelli d’Italia, per svuotare l’UsigRai – considerato troppo sbilanciato a sinistra – e prenderne progressivamente il posto. L’obiettivo è ambizioso: impadronirsi dell’organo di rappresentanza dei giornalisti, dopo aver occupato tutte le caselle della governance aziendale, per controllare da destra ogni ganglio del servizio pubblico e, in particolare, l’informazione. Un’impresa che, secondo i piani iniziali, si sarebbe dovuta consumare con un blitz: l’annuncio era infatti previsto per oggi pomeriggio, quando nell’auditorium Due Pini, sala parrocchiale da 300 posti a due passi dalla Via Cassia, i fedelissimi del prode Rossi sanciranno la nascita di UniRai. Semplice associazione di “giornalisti liberi” però, in attesa di tempi migliori.

Dacché è partita in chat la convocazione dell’adunata, una quindicina di giorni fa, le adesioni non sono fioccate al ritmo che ci si aspettava. E soprattutto, fra gli alleati di Meloni, è montato un discreto malumore. I promotori dell’iniziativa, quasi tutti graduati – da Elisabetta Migliorelli a Fabrizio Frullani, da Incoronata Boccia a Francesco Palese, fino a Marco Lollobrigida, Omar Reda e Virginia Lozito – si aspettavano molti partecipanti in più rispetto ai circa 270 che hanno risposto presente. Confrontati con i 1.700 iscritti all’Usigrai (su oltre 2mila giornalisti) davvero poca cosa. Non solo. A complicare il tutto, ci si son messe le regole, difficilmente aggirabili. Per costituirsi in sindacato interno occorre difatti “appoggiarsi” a un’organizzazione di livello nazionale, ma la Federazione nazionale della Stampa (Fnsi) ha già riconosciuto Usigrai come organo di rappresentanza dentro la Rai. Dunque, delle due l’una: o i destri di UniRai si acconciano a entrare in Usigrai, magari per scalarla – se gli riesce – oppure dovranno guardare altrove. Il problema è che questo altrove non appare molto rassicurante: lo sguardo è infatti caduto sulla Figec, una piccola sigla di giornalisti che è la costola di un altrettanto minuscolo sindacato indipendente, la Cisal, decisamente orientato a destra. A guidarlo è Carlo Parisi, professionista calabrese piuttosto discusso negli ambienti dell’informazione tricolore. Un abbraccio di cui andare tutt’altro che fieri.

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