Non c’è pace per gli italiani in affitto o che hanno comprato casa. Il governo Meloni avrebbe dovuto aiutarli e già in campagna elettorale aveva annunciato nuove misure per proteggere le famiglie e in particolare i giovani che vogliono acquistare una casa. Invece le notizie non sono affatto buone e in questo articolo cercheremo di capire cosa succede se la BCE dovesse ulteriormente alzare i tassi d’interesse per rallentare l’inflazione.
Partiamo dal presupposto che a maggio e giugno sono previsti altri due rialzi dei tassi, di 0,25% ognugno, da parte della Banca Centrale. Cerchiamo di capire quanto aumenterà la rata degli italiani che hanno un mutuo con alcuni esempi concreti.
Si prevedono rate più salate per i mutui a tasso variabile, ma anche offerte più care per quelli a tasso fisso. A marzo, tra l’altro, il tasso variabile ha sorpassato il fisso, diventando più caro. È un evento molto raro: negli ultimi 10 anni, si è verificato solo a settembre 2019, l’unico altro mese del decennio in cui i tassi medi variabili avevano superato i fissi (erano a 1,14% contro un variabile a 1,23%). Solitamente, dunque, il variabile ha tassi (almeno inizialmente) più bassi, perché già mi porto in casa il rischio di futuri aumenti (col fisso, invece, “pago” la sicurezza di una rata che non cambierà più).
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Considerando la media dei TAN (tasso annuale nominale) a 20 e 30 anni la differenza, a marzo, è stata di 4 punti base a favore del fisso (3,80% vs 3,76%), sulle migliori offerte è arrivato a 9 punti base (3,08% vs 2,99%). Anche i dati della prima parte di aprile confermano questa anomalia: prendendo ad esempio una scadenza molto diffusa, i 20 anni, si vede come il tasso Euribor (su cui vengono calcolati i mutui variabili) costi oltre il 3%, mentre l’IRS (tasso di riferimento per i fissi) rimane sotto questa soglia.
Guardiamo ora ai prossimi due mesi, nei quali sono attesi i due rincari della BCE. Col costo del denaro più alto di un altro 0,5% (rispetto al 3,5% attuale), la rata di un mutuo variabile da 160.000 euro e scadenza 30 anni passerebbe da 701 a 746 euro, secondo le simulazioni di Mutuionline: un aggravio di 45 euro al mese, ossia del 6,4%. L’incremento rispetto ad aprile 2022, un anno fa esatto, sarebbe del 57%.