Nuovo Processo di Appello per Chiara Appendino: La decisione della Cassazione

I Fatti della Tragedia
La sera del 3 giugno 2017, piazza San Carlo a Torino era gremita di tifosi che assistevano alla proiezione su maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Durante l’evento, un gruppo di giovani rapinatori utilizzò bombolette di spray urticante, scatenando il panico tra la folla. La situazione degenerò rapidamente, con un’ondata di panico che portò al ferimento di 1.672 persone. La presenza di un tappeto di bottiglie di vetro, introdotte illegalmente nella piazza, contribuì ulteriormente alla gravità degli incidenti. Purtroppo, due donne, Erika Pioletti di Domodossola e Marisa Amato di Beinasco, persero la vita a causa delle ferite riportate.

Le Condanne
I quattro giovani rapinatori ritenuti responsabili dell’accaduto sono stati condannati a dieci anni di reclusione ciascuno. La condanna per Chiara Appendino, invece, era stata stabilita in 18 mesi di reclusione, ma la decisione della Cassazione ha aperto la strada a un nuovo processo di Appello per ricalcolare la pena.

Dichiarazioni di Chiara Appendino
In occasione della condanna di Appello del giugno 2023, Chiara Appendino aveva dichiarato:

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LA DECISIONE:
La Corte di Cassazione, IV sezione penale, ha deciso: ci sarà un nuovo processo di Appello per Chiara Appendino, ex sindaca di Torino, in merito alla tragedia avvenuta in piazza San Carlo il 3 giugno 2017. La sentenza, emessa dopo quasi otto ore di camera di consiglio, richiede un ricalcolo dell’entità della pena precedentemente stabilita in 18 mesi di reclusione.

Il commento di poco fa di Chiara Appendino sui suoi social:

Poco fa i giudici della Corte di Cassazione hanno rigettato il mio ricorso contro la sentenza di condanna per la tragedia di Piazza San Carlo, seppur stabilendo che la pena inflitta dalla Corte d’Appello dovrà essere diminuita.

Ancora oggi, a oltre 7 anni di distanza, porto con me il dolore e l’angoscia per quella maledetta notte in cui quattro rapinatori armati di spray urticante scatenarono il panico in piazza. Un gesto scellerato per il quale stanno scontando una pena di 10 anni per omicidio preterintenzionale.
Da allora non ho mai smesso di rivolgere i miei pensieri alle persone coinvolte e alle loro famiglie e credo che il dolore che provo non potrà mai scomparire.
Per rispetto di chi quella sera ha perso la vita o è rimasto ferito, oltre che delle istituzioni che ho rappresentato e rappresento, mi sono sempre difesa nel processo e mai dal processo. E oggi accetto la decisione della Cassazione ma, nel contempo, non posso nascondervi un senso di amarezza.
A iter giudiziario sostanzialmente concluso, penso di poter dire quello che penso, soprattutto per quanto riguarda la ripartizione delle responsabilità tra le istituzioni.
Da questo processo emerge infatti che l’unico ente ritenuto responsabile per quegli incidenti è il Comune (e io in quanto Sindaca), mentre tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo nell’organizzazione e nella gestione della pubblica sicurezza, ovvero Questura e Prefettura, sono stati archiviati o assolti nei vari gradi di giudizio.
È uno squilibrio che faccio fatica a comprendere ed accettare: il Comune e i Sindaci non possono continuare a essere il capro espiatorio di tutto, dalla pubblica sicurezza fino allo smog (per il quale, fra poche ore, dovrò affrontare un nuovo processo).
La domanda che mi pongo è: chi, a fronte di questo precedente, sarà ancora disposto a mettersi a disposizione della sua comunità come primo cittadino?
Ciò che auspico è che su questo punto si possa avviare una sana riflessione fra tutte le forze politiche e il governo. Ad oggi, gli innumerevoli moniti di Anci e l’appello sottoscritto da migliaia di sindaci di ogni colore politico sono rimasti inascoltati.
Concludo ringraziando di cuore la mia famiglia, i miei legali e tutte le persone che mi sono state vicine in questo difficile percorso e ribadendo la mia sincera vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime che resteranno per sempre nel mio cuore.”

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