Ondata di cinghiali a Roma, ma ora con Gualtieri i media non ne parlano?

Sono anni che il problema dei cinghiali attanaglia la Capitale. Gli incidenti non si contano più. L’ultimo ha coinvolto un anziano alla guida della sua auto, un cinghiale all’improvviso è sbucato dal nulla provocando l’inevitabile scontro.
Anche il parco di Villa Pamphilj è stato chiuso a causa della “Paura tra le famiglie”. Pare che il numero dei cinghiali che si aggirano liberamente tra le vie della Capitale sia in costante aumento, tuttavia, dopo la Raggi non fa più notizia.
La verità è che i cinghiali non sono spariti improvvisamente dai radar ma semplicemente dalle cronache romane. A dirlo è Alessandro Piacenza, responsabile Oipa per la fauna selvatica: “La vicenda è scivolata sempre più indietro nelle cronache, dando quasi l’idea che il problema sia svanito. Non è cambiato nulla rispetto a quando i cinghiali erano al centro della cronaca, specie quella cittadina come nel caso di Roma, manca tuttora una politica adeguata di intervento sulla materia, si continua a credere che l’abbattimento cosiddetto selettivo sia la soluzione ottimale, ma non è così” conclude.

Secondo i dati Coldiretti ci troviamo di fronte ad una situazione allarmante a favorire il fenomeno secondo l’associazione è la siccità: “fa seccare i raccolti e asciuga i torrenti spingendo i branchi sempre più verso i centri urbani e i litorali a caccia di cibo e di acqua. Peraltro i bassi livelli dei fiumi permettono agli animali di attraversarli con più facilità aumentandone le possibilità di spostarsi da un territorio all’altro, tanto che i cinghiali sono capaci di percorrere fino a 40 chilometri alla volta”.

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Il pericolo non è da sottovalutare la Coldiretti chiarisce: “i cinghiali si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute”.

L’allarme interessa tutto il territorio Nazionale ma come sostiene Coldiretti Roma: “è diventata il simbolo di questa invasione”.
Prosegue: “L’amministrazione Gualtieri sul benessere degli animali e il contenimento della fauna selvatica adotta soluzioni non etiche e non sostenibili, che sono quelle dell’abbattimento, come accaduto a Villa Pamphilj il 18 gennaio scorso. Nello stesso modo si sta comportando il governo attuale”, continua, “che paragona i cinghiali a un problema da risolvere brutalmente. Da tempo dichiariamo che serve un tavolo di confronto per improntare a livello regionale e nazionale una soluzione a medio e lungo termine per quanto riguarda la gestione della fauna selvatica, che sia gestita, però, con modalità etiche, come quella della sterilizzazione, che permetterebbe di gestire il fenomeno in modo non solo etico, ma anche definitivo. Noi siamo stati messi nella gogna mediatica all’epoca del mandato a sindaco di Virginia Raggi perché abbandonati dalla Regione che non dava strumenti opportuni. Oggi se ne parla poco perché i giornali, non essendoci più i 5 stelle al governo della città, non vogliono dare fastidio”.

A rincarare la dose è il consigliere capitolino Daniele Diaco del M5s ” Nell’epoca Raggi i media vessavano la nostra amministrazione per ogni singolo cinghiale, e non importava se la competenza fosse regionale.
Oggi i cinghiali sono aumentati esponenzialmente e vengo trucidati in modo ingiusto, ma quegli stessi media restano in silenzio per tutelare le forze politiche che governano la città: i soliti due pesi e due misure!”.

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