Orsini dà la carica a Conte e smonta il PD , ecco che ha detto – L’inedito

L’intervento di Alessandro Orsini su il Fatto Quotidiano si inserisce in un dibattito complesso riguardo il rapporto tra il Movimento 5 Stelle (M5S) e il Partito Democratico (PD), e in particolare la figura di Giuseppe Conte e la sua posizione rispetto alla sinistra politica. Orsini sviluppa una critica alla narrazione prevalente che, a suo avviso, utilizza menzogne e inganni per manipolare l’opinione pubblica, soprattutto nel contesto della lotta per il potere tra PD e M5S.

La menzogna nella politica democratica
Orsini apre con una premessa teorica basata sul realismo politico: in ogni sistema politico, sia esso una democrazia o una dittatura, la menzogna e l’inganno sono strumenti inevitabili per mantenere il potere. Tuttavia, la sua tesi è che, paradossalmente, le democrazie necessitano di una dose più alta di menzogna rispetto alle dittature. Questo perché in una democrazia, il coinvolgimento attivo dei cittadini richiede una narrazione costante per ottenere consenso, mentre in un sistema dittatoriale il potere centralizzato può fare a meno di convincere milioni di persone. Orsini cita l’esempio dell’invasione dell’Iraq e la menzogna delle armi di distruzione di massa come chiara dimostrazione di come la democrazia americana abbia bisogno di costruire narrazioni ingannevoli per ottenere il consenso pubblico.

Il ruolo delle università nella manipolazione
Orsini accusa anche il sistema accademico di essere parte integrante di questa macchina della menzogna, sostenendo che il governo di Mario Draghi abbia cercato di manipolare le università e i dipartimenti di scienza politica durante la gestione della guerra in Ucraina. Secondo Orsini, la narrazione che l’invio di armi potesse avvicinare la pace è stata una menzogna necessaria per mantenere il supporto dell’opinione pubblica, e le università avrebbero partecipato attivamente a questa costruzione.

Lo scontro tra PD e M5S: Renzi e la politica del nome
Nel cuore dell’articolo, Orsini spiega che la principale menzogna nel dibattito su Matteo Renzi all’interno del cosiddetto “campo largo” riguarda l’idea che la politica debba essere fondata sui temi e non sui nomi. Tuttavia, Orsini respinge questa affermazione, sostenendo che i temi non possono essere separati dalle persone che li promuovono, poiché ogni individuo ha una propria identità politica. Renzi, con la sua posizione di antagonismo verso il M5S, rappresenta un esempio lampante di come i temi siano strettamente legati alla sua identità personale e politica. Per questo motivo, secondo Orsini, anche all’interno di un’alleanza con il PD, Renzi non potrebbe mai smettere di combattere contro il M5S, dato che considera questo movimento responsabile del suo declino politico.

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L’inganno del PD e l’accusa a Conte
Il passaggio più forte dell’intervento di Orsini riguarda l’accusa rivolta al PD di mettere Giuseppe Conte in una posizione in cui deve continuamente dimostrare di essere “di sinistra”. Questo si traduce in una serie di richieste, come quella di accettare Renzi o di sostenere figure come Kamala Harris contro Donald Trump, che Orsini considera completamente irrilevanti rispetto ai veri temi di sinistra.

L’inganno fondamentale, secondo Orsini, risiede nel fatto che mentre il PD chiede a Conte di dimostrare la sua appartenenza alla sinistra su questioni di poca importanza, il partito stesso vota insieme all’estrema destra di Giorgia Meloni su questioni cruciali come la guerra in Ucraina. Orsini chiude quindi il suo ragionamento smascherando quello che considera un doppio standard del PD: da una parte accusa Conte di non essere abbastanza “di sinistra”, dall’altra collabora con la destra su temi fondamentali per la politica internazionale.

Conclusione
Orsini difende Conte affermando che il vero test di appartenenza alla sinistra non risiede nelle posizioni su questioni di facciata, ma nelle scelte politiche concrete su questioni di rilevanza mondiale. L’alleanza tra il PD e la destra su temi come la guerra, a suo avviso, svela l’ipocrisia di chi pretende di insegnare a Conte cosa significa essere di sinistra.

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