Durante la puntata di Otto e mezzo, Antonio Padellaro ha avuto un battibecco con il ministro della Difesa Crosetto.
Durante la trasmissione “Otto e mezzo” su La7, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha risposto alle domande della conduttrice Lilli Gruber e del giornalista Antonio Padellaro del Fatto Quotidiano sulla delicata situazione del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, agli arresti domiciliari. Crosetto ha dichiarato che, in tali circostanze, è evidente che Toti dovrà dimettersi a causa delle pressioni psicologiche e della sua impossibilità di governare. Il politico di Fratelli d’Italia ha citato esempi di ex presidenti di Regione di centrosinistra che, dopo essere stati arrestati e costretti alle dimissioni, sono stati successivamente assolti. Tra questi, ha menzionato Marcello Pittella, ex presidente della Regione Basilicata, che si dimise nel 2018 a seguito di un arresto nell’ambito del processo sulla “Sanitopoli lucana” e fu poi assolto nel 2021. Crosetto ha ricordato anche Agazio Loiero, ex presidente della Regione Calabria, e Antonio Bassolino, ex presidente della Regione Campania, che fu perseguitato per 27 anni e assolto nove volte.
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La discussione si è animata quando Padellaro ha contestato l’affermazione di Crosetto secondo cui Toti seguirà inevitabilmente le orme dei suoi predecessori. Gruber ha osservato che Crosetto è uno dei pochi esponenti di destra a difendere Toti, ma il ministro ha precisato che la sua difesa è basata su principi: la carcerazione preventiva, secondo lui, dovrebbe essere riservata a individui realmente pericolosi e a rischio di fuga. Alla domanda della Gruber sulle intercettazioni che coinvolgono Toti e sulla commistione tra politica e affari, Crosetto ha citato il caso dell’ex senatore del Pdl Antonio Caridi, arrestato nel 2016 con l’accusa di associazione mafiosa e poi assolto. Padellaro ha ribattuto che ogni caso è unico e ha ricordato l’importanza dell’articolo 54 della Costituzione, che impone che i ruoli pubblici siano esercitati con disciplina e onore.
Crosetto ha ammesso di non sapere se Toti abbia esercitato il suo ruolo con disciplina e onore, ma ha sottolineato l’uso improprio della carcerazione preventiva e ha criticato l’attenzione mediatica su episodi come la presenza di Toti sullo yacht di un amico. Gruber ha risposto che, se un ministro accetta un invito da un amico produttore di armi e poi gli assegna una commissione, c’è un evidente problema di conflitto di interessi. Infine, Crosetto ha affermato che è necessario dimostrare tali accuse e ha difeso il principio di non giudicare le persone basandosi su teoremi. Gruber ha ribattuto che l’inchiesta è stata condotta dalla magistratura per quattro anni, mentre Padellaro ha avvertito che difendere l’indifendibile può essere rischioso, specialmente per chi ha responsabilità importanti come il ministro. Crosetto ha concluso ribadendo che la sua posizione, sebbene difficile e quasi solitaria nel centrodestra, è basata su principi di giustizia e legalità.