“Parla come Ghali” L’intervento di Francesca Albanese a Piazzapulita [VIDEO]

A Piazzapulita è intervenuta Francesca Albanese, funzionaria dell'Onu bandita da Israele. Ecco cosa ha detto.

A Piazzapulita è intervenuta Francesca Albanese, funzionaria dell’Onu bandita da Israele. A PiazzaPulita torna a parlare Francesca Albanese, la relatrice Onu recentemente “bannata” da Israele. E anche in collegamento con lo studio di Formigli, la Albanese non rinnega le sue parole e afferma: “Quello che sta portando avanti Israele è un genocidio. Quella di Israele non è la più grande democrazia del Medio Oriente perché Israele in Cisgiordania e a Gerusalemme Est governa con una dittatura militare che prevede la legge marziale”. Formigli reagisce così: “Lei dunque parla come Ghali”. La risposta non si fa attendere. “Non come Ghali perché il cantante non ha mai parlato di Israele”. Anche Antonio Di Bella, presente in studio ha criticato le parole della Albanese: “Non si può parlare di genocidio. Il genocidio è quello che è stato subito dal popolo ebraico, non farei questi accostamenti”.

Il video

E Formigli, dopo aver ascoltato le parole della Albanese dice: “Eh no, mi scusi, ma non si può parlare di dittatura militare. In Israele si vota e di fatto i giornali sono liberi e indipendenti, cosa che non accade in diversi Stati del Medio Oriente”.

“La notizia che Israele mi abbia negato l’accesso ai territori palestinesi occupati è una non notizia, perché sono 16 anni che il governo israeliano non permette a tutti i relatori speciali dell’Onu di visitare quei territori, impedendoci quindi di fare il nostro lavoro”. Nei giorni scorsi la stessa Albanese era intervenuta a Coffee break a proposito del divieto ufficializzato dai ministri degli Esteri e dell’Interno israeliani, Israel Katz e Moshe Arbel, al suo ingresso in Israele e a Gaza.

Albanese ribadisce la sua condanna nei confronti di Hamas: “Non c’è niente che giustifichi i crimini che sono stati commessi il 7 ottobre contro i civili israeliani, crimini che ho condannato fin dal primo momento fermamente e senza equivoci. Tuttavia, la causa non è l’antisemitismo, vale a dire l’odio per gli ebrei, ma al limite si può parlare di odio nei confronti del regime di oppressione che Israele impone da 56 anni nei territori palestinesi occupati. E non dico niente di nuovo, perché lo ha detto già il segretario generale dell’Onu Guterres, attirandosi le stesse critiche”.

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