Ieri c’è stato l’incontro fra i vertici del governo Meloni e i leader delle opposizioni, tranne Renzi. Argomento del vertice il salario minimo, che continua a dividere la politica italiana, ma di cui i cittadini e in particolare i lavoratori hanno bisogno. Ebbene, il vertice a Chigi si è concluso con un nulla di fatto, dopo poco più di due ore. Ognuno resta sulle proprie posizioni. La premier ha proposto di spostare la partita al Cnel, che tiene l’archivio dei contratti nazionali: in quella sede si dovrebbe fare nei prossimi 60 giorni – in tempo per la legge di Bilancio – un’analisi dei dati e delle “ripercussioni di ogni possibile iniziativa legislativa”. Per poi arrivare ad una proposta di legge per dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione secondo cui “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Per le opposizioni, però, “il governo non ha le idee chiare”, dice Elly Schlein. Della stessa opinione Giuseppe Conte: il governo, dice il leader M5S, «butta la palla in tribuna» perché, incalza anche Nicola Fratoianni, in realtà «non hanno una proposta alternativa». Più ottimista Carlo Calenda, pivot dell’incontro di oggi, che un dato positivo lo vede: «Nessuno ha sbattuto la porta». Ma, lamentano un po’ tutti, ci sono stati quattro mesi di discussione in commissione, compresa l’audizione del Cnel. C’era tutto il tempo per studiare una controproposta. Che non è arrivata. E ora si ritorna al Cnel. «Dovevamo chiuderlo, andrà a finire che chiuderemo il Parlamento» la battuta, amara, di Benedetto della Vedova.
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Per Giuseppe Conte il coinvolgimento del Cnel non è una risposta soddisfacente: “Siamo venuti con spirito costruttivo, per noi il risultato importante è stato l’unione delle forze di opposizione. Ma oggi non c’è stata nessuna controproposta, il governo non ha le idee chiare. Si affida al Cnel, vogliono buttare la palla in tribuna”. E ancora: “Comunque ben venga. Il governo non ha le idee chiare, vuole consultare il Cnel, lo faccia, ma tre milioni e settecentomila lavoratori sottopagati vogliono una risposta. Per questo partirà una raccolta firme che sarà poi sul tavolo alla ripresa dei lavori parlamentari. Il nostro obiettivo è risolvere questo problema concretamente, la nostra non è una posizione ideologica”.
Come ricorda anche Il Fatto Quotidiano, il salario minimo è previsto in 22 Paesi su 27 dell’Unione Europea, dopo che anche Cipro, dal primo gennaio di quest’anno, lo ha adottato. L’indicazione di un minimo legale è prevista per gli Stati membri da una direttiva del 2022 che prevede quest’obbligo, a meno che la contrattazione collettiva non copra almeno l’80% dei lavoratori. Ed è questo il caso dell’Italia, che può scegliere se adottare o meno un minimo legale. Gli altri paesi dell’Ue senza una soglia nazionale per i salari sono Danimarca, Austria, Finlandia e Svezia. Tutti gli altri prevedono una soglia minima per i compensi dei lavoratori ma con differenze sostanziali tra loro. A partire dal livello dei compensi: nel Lussemburgo le buste paga minime sono superiori di oltre sei volte rispetto a quelli del Paese dove sono più povere, la Bulgaria, con 2.508 euro contro 399 euro mensili, secondo i dati Eurostat aggiornati a luglio 2023.