Parlamentari assenteisti: come non andare in aula senza rimetterci un euro. Inchiesta shock della Gabanelli – VIDEO

Il Parlamento italiano, spesso rappresentato in due estremi – a volte teatro di scontri fisici e altre desolatamente vuoto – dovrebbe essere il luogo dove 400 deputati e 200 senatori lavorano per l’interesse del Paese. Tuttavia, la realtà dipinge un quadro diverso, con numerosi parlamentari che riescono a evitare la partecipazione senza subire penalizzazioni economiche.

Stipendi e Benefit
I parlamentari italiani percepiscono un compenso mensile tra i 13 e i 15 mila euro. La Costituzione, nell’articolo 69, stabilisce che l’indennità sia determinata per legge e attualmente si aggira sui 5 mila euro netti. A questi si aggiungono vari rimborsi per l’attività parlamentare, che comprendono una diaria di 3.500 euro, un rimborso spese di circa 3.690 euro per i deputati e 5.830 per i senatori, e ulteriori somme per viaggi e spese telefoniche.

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Tra i privilegi, i parlamentari possono accedere alla pensione dopo soli 5 anni di legislatura al compimento dei 65 anni e usufruire di tassi di interesse agevolati sui conti correnti. Questo tipo di benefit risulta indigesto per molti cittadini, soprattutto considerando che sui depositi a vista il comune cittadino riceve tassi ben inferiori.

Le Regole di Partecipazione
La Costituzione, nell’articolo 67, stabilisce che ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato. Questo significa che la partecipazione ai lavori parlamentari è una responsabilità verso il partito e gli elettori, non un obbligo lavorativo. Tuttavia, i regolamenti di Camera e Senato prevedono delle penalizzazioni per le assenze. In aula, si devono presenziare almeno il 30% delle votazioni giornaliere per evitare decurtazioni, permettendo così di saltare fino al 70% delle votazioni senza spiegazioni. Le assenze giustificate includono motivazioni come malattia certificata, lutto per un congiunto o assistenza a familiari invalidi.

Controlli e Giustificazioni
I membri del Governo, che sono anche parlamentari, sono spesso assenti poiché impegnati in missioni. Tuttavia, le informazioni sulle missioni non sono pubbliche, rendendo difficile verificare l’effettiva partecipazione. Secondo Luca Dal Poggetto di Openpolis, c’è una grave mancanza di trasparenza nelle Commissioni, dove i dati non sono tutti pubblici e non si possono verificare le presenze.

Assenteismo Giustificato
Nonostante il lavoro parlamentare si concentri principalmente da martedì a giovedì, l’attuale legislatura registra un’assenza media del 30,6% alla Camera e del 21,6% al Senato. Alcuni casi eclatanti includono il deputato Antonino Minardo, che ha partecipato solo allo 0,63% delle votazioni in aula ma risulta giustificato per il 99,44% del tempo. Simile la situazione per Giulio Tremonti e Guido Castelli, che risultano spesso giustificati per incarichi istituzionali.

Proposte di Intervento
Il deputato Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra ha proposto ai presidenti di Senato e Camera di introdurre un tetto massimo alle assenze e prevedere la decadenza dal mandato per gli assenteisti cronici. Tuttavia, le risposte ricevute sottolineano le normative esistenti, che prevedono decurtazioni economiche per le assenze ingiustificate, ma che nella pratica si rivelano inefficaci a causa delle numerose giustificazioni accettate.

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