Un sistema previdenziale a rischio: il commento di Peter Gomez
Nel corso della puntata di In Onda su La7, Peter Gomez, direttore de ilFattoQuotidiano.it e condirettore de il Fatto Quotidiano, ha lanciato un allarme riguardo al futuro del sistema pensionistico italiano. Secondo Gomez, il problema delle pensioni è profondamente legato a questioni strutturali come il calo demografico e l’emigrazione giovanile. “In Italia non ci sono abbastanza persone in età lavorativa per sostenere il sistema previdenziale”, ha spiegato, sottolineando come questa osservazione sia condivisa anche da Confindustria.
La scarsità di lavoratori contribuisce a mettere a rischio un sistema che già vacilla sotto il peso di una popolazione sempre più anziana. “Questi lavoratori che mancano sono necessari per garantire la sostenibilità del nostro sistema pensionistico,” ha ribadito, indicando la necessità di soluzioni urgenti.
L’intervento della NATO: tagli alle pensioni per finanziare la difesa
Gomez ha poi denunciato un aspetto poco discusso ma fondamentale: le pressioni internazionali. Secondo il direttore, Mark Rutte, attuale segretario generale della NATO, avrebbe esplicitamente chiesto ai governi di tagliare le pensioni per destinare maggiori risorse alla difesa. “Questa è la realtà che in pochi raccontano,” ha affermato, evidenziando come questa richiesta rischi di gravare ulteriormente sui lavoratori e pensionati italiani.
La proposta della NATO, secondo Gomez, è emblematica di una politica che continua a scaricare i costi sulle fasce più deboli della popolazione. “Non è giusto che paghino sempre e solo i lavoratori,” ha dichiarato con fermezza, suggerendo che è ora di invertire la rotta.
Il ruolo delle imprese e delle società quotate
Per Gomez, il problema non risiede solo nella mancanza di lavoratori o nelle richieste della NATO. Esiste un’altra questione fondamentale: il contributo delle grandi imprese e delle società quotate in borsa. “È arrivato il momento in cui queste realtà, che si arricchiscono enormemente, allentino i cordoni della borsa,” ha detto. Il giornalista ha sottolineato che è inaccettabile che il peso delle scelte economiche ricada esclusivamente su chi lavora o su chi è già in pensione.
Secondo Gomez, le grandi aziende e i colossi finanziari devono essere chiamati a contribuire in maniera equa, soprattutto in un periodo storico in cui i profitti di alcuni settori continuano a crescere vertiginosamente. “Non possiamo continuare a tollerare un sistema che scarica ogni crisi sui cittadini comuni,” ha concluso, invocando un cambiamento strutturale nelle politiche economiche e sociali del Paese.
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Un dibattito acceso sul futuro del sistema previdenziale
Le dichiarazioni di Gomez si inseriscono in un contesto già acceso sul tema delle pensioni in Italia. La recente riforma del governo Meloni è stata criticata da diverse parti politiche e sindacali. Tra queste, il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha definito le modifiche come un ulteriore peggioramento rispetto alla Legge Fornero.
La proposta della NATO per finanziare la difesa potrebbe quindi rappresentare un ulteriore colpo a un sistema già sotto pressione. In questo scenario, l’appello di Gomez a coinvolgere maggiormente le imprese e le società quotate appare come una possibile strada per riequilibrare i sacrifici richiesti ai cittadini.
Conclusione: verso una redistribuzione dei sacrifici?
Il dibattito sulle pensioni in Italia non riguarda soltanto le scelte del governo nazionale, ma si intreccia con dinamiche globali e con le politiche economiche delle grandi aziende. Le parole di Peter Gomez su La7 sono un invito a riflettere su un modello che troppo spesso penalizza i lavoratori, lasciando intatti i privilegi delle grandi realtà economiche.
Mentre il governo si trova a dover affrontare queste sfide, la richiesta di una maggiore equità nella distribuzione dei sacrifici risuona sempre più forte. Sarà necessario un intervento deciso per evitare che a pagare siano, ancora una volta, le fasce più vulnerabili della popolazione.
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