Ci sono importanti novità per quel che riguarda le pensioni ed in particolare quando i giovani under-35 potranno andarsene in pensione. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, infatti, dopo aver affrontato le difficoltà del mondo del lavoro, dalla precarietà agli stipendi sempre più bassi, i giovani dovranno fare i conti con una pensione che arriverà sempre più tardi. Secondo le prime stime, infatti, il primo assegno pensionistico per chi ha meno di 35 anni oggi arriverà oltre i 70 anni di età. La brutta notizia poi è che queste pensioni future supereranno di poco l’assegno sociale, l’agevolazione dell’Inps in aiuto alle persone in condizioni economiche disagiate.
Secondo una ricerca realizzata dal Consiglio nazionale dei giovani insieme a Eures, gli under 35 dovranno tirare fino a 74 anni per avere un assegno previdenziale netto superiore ai mille euro. Una situazione addirittura peggiore di quella stimata dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), secondo cui i ragazzi di 22 anni diventati lavoratori nel 2020 arriveranno all’età pensionabile di 71 anni. E già questo risulta essere il dato più alto tra i Paesi europei.
Scontro shock in TV tra Gaetano Pedullà e Tommaso Cerno sulla costiutente 5 stelle – VIDEO
Negli studi di La7, a l’aria che tira, si è consumato uno scontro acceso tra il deputato del Movimento 5
L’indagine di Cng ed Eures evidenzia le proiezioni originali sul valore delle pensioni che dovranno aspettarsi nei prossimi decenni per i lavoratori dipendenti che oggi hanno meno di 35 anni: tenendo conto che per lasciare la professione è necessario aver maturato un assegno 2,8 volte superiore al minimo, dovranno attendere fino ai 69,6 anni di età, quando l’importo dell’assegno medio lordo sarà di 1.249 euro (951 euro mensili al netto dell’Irpef).
Per un’entrata più ampia, la permanenza dovrà protrarsi fino al 2057, a quasi 74 anni (esattamente 73,6), e ottenere un assegno pensionistico di 1.577 euro lordi mensili (1.099 al netto dell’Irpef), valore che equivale a 3,1 volte l’importo dell’assegno sociale. Per i lavoratori in partita Iva (sempre con permanenza fino al 2057 e un ritiro a 73,6 anni) l’importo dell’assegno pensionistico ammonterebbe a 1.650 euro lordi mensili (1.128 al netto dell’Irpef), valore che equivale a 3,3 volte l’importo dell’assegno sociale.
Quando vedranno le pensioni i giovani di oggi?
Dai dati emerge anche un divario retributivo tra giovani lavoratori e la popolazione lavorativa generale. Nel 2021 i lavoratori under 25 hanno ricevuto in media 8.824 euro il 40% della retribuzione media complessiva, mentre i lavoratori tra i 25 e i 34 anni hanno ricevuto in media 17.076 euro, il 78% della retribuzione media. Per di più, uno scarto retributivo consistente si manifesta tra le donne e gli uomini giovani lavoratori, con un divario che si amplia nel tempo. Numeri che dimostrano come il modello puramente contributivo sia economicamente sostenibile solo per coloro che lungo il percorso lavorativo hanno avuto stabilità e crescita retributiva.
Ma, sempre nel 2021 più di un lavoratore under 35 su quattro ha percepito una retribuzione annua inferiore a 5 mila euro e, tra il 2011 e il 2021, la quota di giovani con contratto a tempo indeterminato si è drasticamente ridotta dal 70,3% al 60,1%. Al tempo stesso, nell’arco degli stessi 10 anni, è cresciuta l’incidenza dei contratti a tempo determinato e quella dei contratti atipici, passando dal 29,6% al 39,8%.