Peter Gomez attacca Santanchè: “Dove prenderà quei 90mila euro…” Ecco cosa ha detto in diretta tv – VIDEO

Ieri si è votata in Senato la mozione di sfiducia dei 5 Stelle nei confronti di Daniela Santanchè. A parlare di quanto accaduto è stato Peter Gomez nel corso della trasmissione “L’aria che tira estate”. Vediamo cosa ha detto il direttore de ilfattoquotidiano.it: “La cosa paradossale di oggi è che si dice: Daniela Santanchè si salverà ma, se ci sarà un rinvio a giudizio, si dovrà dimettere. Ma allora siete voi politici a dire che i giudici devono comandare. Fate un salto più in alto” ha spiegato Gomez.

Nel commentare la vicenda della ministra del Turismo, per la quale l’Aula del Senato ha respinto la mozione di sfiducia individuale presentata dal M5S, Gomez ha citato l’art. 54 della Costituzione (“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore“). E sottolinea: “A questo punto, gli italiani si chiedono cosa significhi quell’articolo della Costituzione, da cui discende tutto un ragionamento che possiamo fare con opinioni diverse rispetto non alle vicende giudiziarie della ministra, che dovranno risolversi nelle aule di tribunale, ma rispetto a comportamenti che, ad avviso di molti italiani, sono incompatibili con la parola ‘onore’”.

Circa la nuova autodifesa di Santanchè (“I fatti non riguardano la mia attività di ministro“), Gomez osserva: “Dal mio punto di vista, Santanchè ciurla un po’ nel manico. È vero che i fatti relativi alla società Visibilia sono tutte questioni che non riguardano la sua attività di ministro, ma se per uscire da questa situazione e per non fallire Santanchè ha impegnato la propria casa e dovrà restituire 90mila euro al mese, è legittimo che un cittadino, sapendo che lei non è miliardaria, si chieda dove prenderà quei 90mila euro al mese mentre fa il ministro. È una domanda legittima”.

E aggiunge: “In modo altrettanto legittimo i cittadini possono essere interessati non a quello che diranno i giudici ma a quello che affermano i dipendenti di Santanchè, i quali o mentono o dicono la verità. Loro hanno smentito quanto ha più volte affermato Santanchè sulla cassa integrazione. Ci sono state anche cause di lavoro per il mancato pagamento di alcune prebende. E questo ha a che fare un problema di disciplina e onore, non con le inchieste giudiziarie”.

Il direttore del Fatto online conclude: “Le notizie che noi spesso assumiamo su chi ha l’onore e l’onere di essere un politico non provengono necessariamente da inchieste giudiziarie, ma possono arrivare da inchieste giornalistiche o da dichiarazioni dei cittadini o da filmati. E sulla base di questi fatti, che non hanno nulla a che vedere con la colpevolezza o l’innocenza di Santanchè, la politica dovrebbe selezionare le proprie classi dirigenti. E invece demanda tutto alla magistratura”.

Anche il leader del M5S Giuseppe Conte si era sfogato duramente sui social dopo il voto di ieri in Senato: “Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Giorgia Meloni salvano la Ministra Santanchè nonostante abbia platealmente mentito al Parlamento e ai cittadini, nonostante condotte incompatibili col suo ruolo istituzionale, nonostante il chiaro conflitto di interessi. Noi abbiamo orgogliosamente votato la sfiducia al Ministro, qualche altra opposizione ha preferito disertare il voto abbandonando l’Aula. In situazioni come queste disertare è essere complici. In qualsiasi grande Paese oggi Santanché non sarebbe più Ministra. In qualsiasi grande Paese il Premier l’avrebbe accompagnata alla porta già da giorni.

Dai banchi dell’opposizione, Giorgia Meloni chiedendo le dimissioni di un Ministro per molto, ma molto meno, dichiarava pomposamente: “Viviamo in un tempo nel quale la politica, per recuperare la fiducia dei cittadini, deve stare un passo avanti alla società e dare il buon esempio”. Nel codice etico di Fratelli d’Italia, inoltre, Meloni ha scritto nero su bianco che non si opera in situazioni di conflitto di interesse e che ci si dimette per “vicende giudiziarie o condotte conclamate incompatibili con il prestigio e l’integrità richiesti per ricoprire l’incarico. Oggi, fatti alla mano, sappiamo che sono tutte chiacchiere. Alla prova di governo hanno dimostrato di non avere rispetto per se stessi, per gli interessi degli italiani, per il decoro delle istituzioni”.

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