Ponte sullo Stretto, da Salvini un regalo da 4,5 miliardi a…

Del Ponte sullo Stretto ne abbiamo parlato e riparlato spesso nei nostri articoli. Infuriano le polemiche relative ai soldi con i quali verrà realizzata l’opera. E soprattutto a chi la realizzerà. In queste ore, però, spicca un emendamento della Lega che aumenta il corrispettivo da riconoscere al consorzio Eurolink. Quello capitanato dal gruppo Salini. Avete capito bene.

L’emendamento, si legge nella relazione degli uffici allegata al testo e chiesta dal Pd, prevede “un secondo ulteriore adeguamento nei prezzi di realizzazione dell’opera” che si aggiunge “a un primo adeguamento che sarebbe quello già previsto nei contratti stipulati molti anni fa e poi caducati con la messa in liquidazione della società Stretto di Messina nel 2012, parrebbe a questo proposito che si tratti di adeguamenti basati sull’indice dei prezzi al consumo, cosiddetto indice Istat”.

La Lega introduce quindi un secondo criterio per un secondo aumento che si “otterrebbe sottraendo l’indice Istat a una media calcolata sul valore dei primi quattro progetti infrastrutturali per importo banditi da Rfi e Anas nel 2022”. A questo punto gli stessi uffici della Camera scrivono: “Appare opportuno chiedere al governo chiarimenti in ordine a questo meccanismo considerando che questi adeguamenti aggiuntivi dovrebbero avvenire senza maggiori oneri a carico dello Stato”, come prevede il decreto legge voluto dal ministro Matteo Salvini e che sarà votato a inizio settimana in commissione insieme a questi emendamenti.

In altre parole, gli stessi tecnici della Camera non capiscono come si possa prevedere un aumento dei contratti a Eurolink intorno ai 4,5 miliardi (portando il costo dell’opera a 14,4 miliardi più un altro miliardo di oneri accessori) e non prevedere maggiori oneri a carico dello Stato. Certo che ci saranno, perché i privati questi soldi li chiederanno proprio in base alle norme volute dalla Lega.

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