Secondo quanto riportato stamattina dal Fatto Quotidiano, nelle ultime ore c’è stato il blitz di Legambiente nelle acque dello Stretto di Messina per ribadire il proprio “no” al progetto del Ponte. Gli attivisti hanno raggiunto il tratto via mare a bordo della Goletta Verde – la storica imbarcazione di Legambiente che porta avanti la campagna per monitorare le coste e i mari italiani da inquinamento, abusi edilizi e trivelle – mentre altri hanno esposto via terra uno striscione lungo sei metri per dire ancora “No al Ponte”. “Un’opera faraonica utile solo a sperperare altri soldi pubblici”, si legge nel comunicato dell’associazione ambientalista.
In primo piano tra le ragioni del no ci sarebbe la questione mai risolta del trasporto ferroviario regionale e locale: “È folle spendere 13,5 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto per collegare più velocemente Calabria e Sicilia, dove per andare da Trapani a Ragusa ci si impiegano 13 ore e 14 minuti, cambiando 4 treni regionali. Il paese investa in infrastrutture per rendere civile il sistema dei trasporti di quelle due regioni”, spiegano dall’associazione, che in seguito all’azione di protesta ha presentato a Messina il proprio dossier :“Il grande bluff. La verità sul ponte dello stretto”. Un resoconto dettagliato, che smonta quelle che vengono riportate come “le 5 bufale sul Ponte” – dall’effettiva utilità in termini di impatto sul trasporto regionale e nazionale, alla sostenibilità economica e ambientale – spiegando punto per punto perché l’opera più millantata della storia d’Italia rappresenta un “grande abbaglio”.
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Con il decreto-legge dello scorso 16 marzo, il Consiglio dei ministri ha riportato in vita la Società Stretto di Messina, senza specificarne, sottolinea Legambiente, “la copertura finanziaria né l’iter per le autorizzazioni ambientali”. Un progetto il cui costo è lievitato a dismisura nel tempo, partendo dai 5 miliardi stimati nel 2001 ai di 13,5 dichiarati nell’attuale progetto tecnico, con una durata dei lavori di 7 anni e una spesa per consulenze e studi già intorno al miliardo.
Le motivazioni di Legambiente contro Salvini
“È davvero senza senso continuare a parlare di una simile cattedrale nel deserto che non serve né ai siciliani, né ai calabresi, né a chi va in queste regioni per turismo o lavoro” – ha dichiarato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – “Ci sono, infatti, tantissimi investimenti e opere pubbliche da fare nel settore dei trasporti, meno visibili mediaticamente del Ponte sullo Stretto, ma molto più utili alla collettività e all’economia del nostro Paese, a partire dai territori direttamente interessati, dove persone e merci non si muovono come in qualsiasi paese civile”, conclude. “Quello che e è sempre mancato in Sicilia e in Calabria – spiegano Giuseppe Alfieri e Anna Parretta, presidenti rispettivamente di presidente di Legambiente Sicilia e Legambiente Calabria – è un progetto per rendere più semplice la vita e gli spostamenti tra Messina, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Tremestieri, per i pendolari, i cittadini e i tanti turisti, con servizi integrati e coincidenze per ridurre i tempi di spostamenti”. Che poi, è quello che dichiarava pubblicamente Matteo Salvini, almeno fino a qualche anno fa: “Non sono ingegnere, mi preoccupa che non ci siano i treni per raggiungere il Ponte sullo Stretto: sono d’accordo con il Renzi di prima, quando lo contrastava”. “Oggi il 90% delle ferrovie in Sicilia è a binario unico e la metà dei treni viaggia a gasolio, quindi non vorrei spendere qualche miliardo di euro per un ponte in mezzo al mare”. Queste le parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel settembre 2016 a La7, riportate nel fascicolo Legambiente.
Tra l’altro Salvini è stato anche in Liguria, dove ha parlato della Gronda. A tal proposito il ministro ha detto che è “Fondamentale e in cima alle priorità”, ma servono le autorizzazioni e il progetto va aggiornato perché quello attuale è fermo da anni. Questa, in sintesi, la posizione del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, intervenuto giovedì sera alla festa della Lega ad Arenzano.
Salvini in Liguria. E sulla Gronda...
Erano circa quattrocento le persone presenti nella cornice del ristorante “La Kascia”, in zona Pizzo, luogo defilato ed elegante a picco sul mare, per l’appuntamento della festa provinciale della Lega: tra i “big”, anche i deputati del Carroccio Riccardo Molinari, Francesco Bruzzone e il capogruppo alla Camera Luca Toccalini, il parlamentare europeo Marco Campomenosi, il viceministro ligure Edoardo Rixi, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti con la deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo, e poi varie personalità del territorio tra cui il consigliere comunale leghista di Arenzano Paolo Cenedesi e la segretaria Paola Annitto.
Per quanto riguarda la Gronda, progetto ancora fermo, Salvini ha detto: “Servono le autorizzazioni, dal consiglio dei lavori pubblici all’impatto, non è un problema di costi. È un progetto in stallo da anni, va aggiornato. Sia io sia Aspi vogliamo realizzare quest’opera, io l’ho messa in cima alle priorità insieme anche alla passante di Bologna e al nodo di Firenze, ma servono tutte le autorizzazioni”. Salvini ha fatto sapere di essere al lavoro per una norma che possa coinvolgere anche le università, come ulteriore garanzia.