Lo storico Luciano Canfora ha espresso dure critiche al progetto del ponte sullo Stretto di Messina durante la trasmissione “L’aria che tira” su La7. Canfora ha definito il progetto “assolutamente inaccettabile e scandaloso”, affermando che rappresenta “un’offesa per Sicilia e Calabria, regioni che affrontano gravi problemi di trasporto, soprattutto ferroviario”. Ha inoltre evidenziato i rischi sismici e le speculazioni economiche già in atto.
Secondo Canfora, il ponte è sostenuto dal governo Meloni e dal ministro Matteo Salvini come simbolo di unione tra Nord e Sud, ma questa visione è smentita dalle problematiche concrete delle regioni coinvolte. “Il ponte sullo Stretto non ha nulla a che fare con l’altra questione gravissima dell’autonomia differenziata, che mette l’unità d’Italia in pericolo in maniera molto seria e forse irreparabile”, ha dichiarato Canfora.
Canfora ha criticato la riforma Calderoli, derivante da modifiche al Titolo V della Costituzione fatte dal centrosinistra, paragonandola a una riforma costituzionale che minaccia la coesione nazionale. “Tra l’altro, la riforma Calderoli, che si giova del fatto che il centrosinistra a suo tempo fece la sciocchezza madornale di mettere mano al Titolo V della Costituzione, nella sostanza rassomiglia a una riforma di tipo costituzionale, cioè va ben oltre l’elemento di applicazione di ordinamenti preesistenti. E questo è un risvolto della questione che dovrebbe interessare vari organi dello Stato anche molto in alto”, ha osservato.
Ha inoltre ricordato come già alla Costituente si temesse la frammentazione del paese, con personalità come Benedetto Croce e Togliatti contrari alla suddivisione in regioni. “Frantumare il paese parve già un pericolo alla Costituente. Le voci che si allarmarono rispetto alla trovata della suddivisione in regioni erano di più diversa ispirazione, da Benedetto Croce a Francesco Saverio Nitti fino a Togliatti. Comunque, per soddisfare la spinta federalista si creò l’istituto regionale, che è diventato purtroppo un luogo di confusione, di quattrini sprecati, di clientele, di piccoli Parlamenti con tutto l’apparato di quattrini, di consulenze, di spesi inutili, insomma una voragine. E ora andiamo ancora oltre?”, ha continuato Canfora.
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Infine, Canfora ha concluso citando Benedetto Croce, che aveva espresso “trafiggente il dolore di vedere l’unità d’Italia in pericolo”, un sentimento che lo storico condivide pienamente. “Ecco, io condivido le parole di Benedetto Croce”, ha chiosato Canfora.
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