Non c’è dubbio che sarà un autunno difficile per gli italiani, il carrello della spesa è aumentato del 10%. E il Governo cosa fa? Ha provato a spiegarlo il giornalista e conduttore tv Luca Sommi durante la puntata di Zona Bianca. Sentite cosa ha detto: “L’inflazione è la cosa peggiore che si possa immaginare per la locomotiva d’Europa, la Germania. Parlare di crescita in un momento come questo è pura follia, i motivi sono tanti ma c’è un motivo dominante che è quello che sono diminuite le esportazioni del made in Italy, del made in Germany, del made in France. Il motivo? Per le sanzioni alla Russia. Abbiamo smesso di importare materie prime a basso costo, Ucraina e Russia producono grano, metallo e gas, quindi siamo in un momento di recessione. Lo sanno anche i bambini che l’Ucraina non vincerà questa guerra, mesi fa eri additato come putiniano, adesso lo dicono tutti.
L’unico modo che ha il governo per risolvere la questione è intervenire sugli ammortizzatori sociali: adesso ci sono 160.000 famiglie senza un assegno di sopravvivenza e con il salario minimo da cinque a nove euro lo stipendio magari lo raddoppi. Quei 1600 € che perdi all’anno diventano 300/400 diciamo. Una cosa sono il 90% di coloro che contribuiscono alle casse dello Stato, pensionati, lavoratori dipendenti, poveri imprenditori, eccetera. Questo governo sta togliendo il reddito di cittadinanza che aiutava chi non ha niente. Il salario minimo lo fanno 22 paesi su 27. Non lo facciamo noi, l’Austria, la Finlandia, la Svezia, la Danimarca. Gli altri 22 sono impazziti?” si chiede Sommi nel suo intervento.
A proposito di salario minimo, nei 22 Stati membri dell’UE che hanno introdotto il salario minimo, la misura, nell’ultimo decennio, ha funzionato e ha protetto i lavoratori. È quanto si legge in un recente aggiornamento di Eurofound. “I lavoratori con salario minimo nella maggior parte dei Paesi dell’UE – informa la Fondazione di Dublino – hanno beneficiato in vari modi degli aumenti dei salari minimi legali nell’ultimo decennio: il loro potere d’acquisto è aumentato in termini reali e i salari lordi sono cresciuti più dei salari medi, spesso a tassi superiori alla produttività del lavoro. I lavoratori dei Paesi dell’Europa centrale e orientale hanno goduto dei maggiori aumenti salariali reali lordi e netti nel decennio, pur partendo da livelli assoluti molto bassi”.
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Le recenti perdite dei salari minimi reali registrate in diversi Paesi – prosegue la Fondazione – “non hanno eroso i guadagni a lungo termine del potere d’acquisto dei lavoratori con salario minimo che si sono verificati dal 2013. L’aumento nominale mediano negli Stati membri è stato di quasi l’11 per cento, rispetto al 5 per cento del 2022”. Eurofound sottolinea però che, a causa degli elevati tassi di inflazione in tutta l’UE, questi forti aumenti nominali “non si sono tradotti in guadagni significativi del potere d’acquisto dei lavoratori con salario minimo, tranne che in alcuni Paesi (soprattutto Germania e Belgio). In questo contesto inflazionistico, è particolarmente importante che il potere d’acquisto dei salari minimi legali tenga conto del costo della vita”.
I primi effetti della direttiva UE sui salari minimi adeguati sono evidenti, con un maggior numero di Paesi che hanno scelto di utilizzare i “valori di riferimento indicativi” internazionali menzionati nella direttiva – 50 per cento del salario medio o 60 per cento del salario mediano – nel determinare i loro obiettivi per i nuovi livelli.